Legittima difesa “sempre presunta”: la commissione Giustizia del Senato approva il testo della riforma
Rimarrà il principio di proporzionalità, ma sarà prevista anche senza la minaccia vera e propria di un'arma. Aumentate anche le pene, fino a 4 anni per la violazione di domicilio
La commissione Giustizia del Senato venerdì 19 ottobre 2018 ha approvato il testo base della riforma sulla legittima difesa, modificando alcuni articoli del codice penale. La legittima difesa sarà sempre presunta, pur rimanendo il principio di proporzionalità, ma scatterà anche senza la minaccia vera e propria di un’arma.
Il testo, che ha subito una sola modifica durante l’esame degli emendamenti, passa all’esame dell’aula di palazzo Madama martedì 23 ottobre. Il relatore sarà il presidente della commissione, il leghista Andrea Ostellari.
Il testo modifica in particolare l’articolo 52 e l’articolo 55 del codice penale: si riconosce “sempre” la sussistenza della proporzionalità tra offesa e difesa “se taluno legittimamente presente nell’abitazione altrui, o in un altro luogo di privata dimora […] usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere la propria o la altrui incolumità, i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione”.
Non solo. Il testo base allarga anche l’ombrello di copertura della legittima difesa, e affinché scatti la non punibilità è sufficiente la sola minaccia di utilizzare un’arma, e non il possesso da parte del ladro.
Non è quindi necessaria la minaccia specifica “alla persona”. Viene poi riconosciuta la legittima difesa e, quindi, la non punibilità “se chi ha commesso il fatto per la salvaguardia della propria o altrui incolumità ha agito in stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto”.
Infine, vengono aumentate le pene per i ladri, fino a un massimo di 4 anni di carcere per la violazione di domicilio (modifica questa apportata in commissione, dove è stato approvato un emendamento di Forza Italia) e fino a 7 anni per il furto.
La “sospensione condizionale della pena è comunque subordinata al pagamento integrale dell’importo dovuto per il risarcimento del danno alla persona offesa”, e le spese legali saranno a carico dello Stato: chi si è difeso, non pagherà per dimostrare la sua innocenza, attraverso il patrocinio gratuito.
“Le leggi sul porto d’armi rimangono rigorosissime e rigidissime, non c’è alcun rischio Far West“, ha sottolineato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
“Il governo italiano, e il decreto sicurezza ne è la dimostrazione – ha spiegato il ministro – è concentrato nel proteggere i cittadini italiani senza che siano costretti a proteggersi da soli. La portata della norma rimane in quei limiti”.
Contrario invece il Partito Democratico. “Alla domanda di maggiore sicurezza – è intervenuta la senatrice dem Valeria Valente – lo Stato risponde denunciando la sua incapacità di farsene carico e chiedendo ai singoli cittadini di proteggersi da soli, esponendoli così a più rischi e più violenza”.