Legittima difesa, il presidente dell’Unione Camere Penali Italiane a TPI: “Legge inutile e pericolosa, è solo una mega truffa elettorale”
"Si sta spacciando una legge inutile per una legge rivoluzionaria", ha dichiarato a TPI Gian Domenico Caiazza, presidente UCPI, che giudica positivamente solo una delle norme contenute nella riforma
“Una norma totalmente inutile rispetto agli obiettivi che millanta, e anche pericolosa, perché convincerà un certo numero di persone che adesso potrà reagire impunemente, che potrà sparare impunemente se qualcuno entra in casa, ma non è così”. Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione Camere Penali Italiane (UCPI), organizzazione che rappresenta gli avvocati penalisti, contattato telefonicamente da TPI, è netto nell’esprimere i suoi dubbi sulla nuova legge sulla legittima difesa, approvata ieri in Senato.
I penalisti non sono gli unici a nutrire seri dubbi. Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) Francesco Minisci ha sottolineato i “numerosi dubbi di incostituzionalità che la nuova legge comporta” (qui cosa cambia con la nuova legge).
Ecco l’intervista a Gian Domenico Caiazza, presidente UCPI:
Credo soprattutto che questa modifica legislativa non produrrà nessun effetto sull’applicazione della scriminante della legittima difesa. Immaginare che con l’aggiunta di un paio di avverbi si possa modificare qualcosa è pure illusione.
Se l’effetto dovesse essere – ma non lo sarà – quello di precludere al giudice ogni valutazione sul fatto omicidiario avvenuto in un’abitazione, ci sarebbe un profilo di incostituzionalità.
Non si può sottrarre alla valutazione del giudice un fatto considerato il più grave dall’ordinamento, quello dell’omicidio.
Ma ripeto, il tema non è tanto quello dei profili di incostituzionalità. Il problema è che si sta spacciando una legge inutile per una legge rivoluzionaria. La legittima difesa domiciliare c’è già, esiste dal 2006 e funziona talmente bene che non ci sono casi di condanna.
Chi sostiene l’utilità di questa legge non riesce a indicare un solo caso di condanna in via definitiva. La pretesa, assurda, è che non si vorrebbe essere neanche indagati. Ma un fatto omicidiario non può essere ricostruito solo sulla base delle parole del proprietario di casa, che è stato aggredito. Bisogna vedere se sta raccontando la verità.
Come può esserci un automatismo su un concetto così indeterminato come il grave turbamento d’animo? L’automatismo che vincola il giudice è quello relativo a fatti oggettivi, ad esempio: “Non è punibile chi ha meno di 14 anni”. In tal caso è preclusa ogni valutazione al giudice. Ma il grave turbamento d’animo non ha questa oggettività.
È un concetto che per sua natura deve essere interpretato. Il giudice deve valutare le condizioni e le modalità del fatto, quindi le ricostruirà.
Per questo noi penalisti diciamo che c’è un inganno propagandistico su questo tema: questo automatismo, che è nel pensiero di chi ha fatto questa riforma, non può esistere.
L’intenzione è di rendere difficile l’ipotesi dell’eccesso colposo, ma con l’inserimento dell’aggettivo “grave”. Il turbamento d’animo già adesso viene valutato. E funziona talmente bene che non ci sono condanne.
Ci si lamenta del fatto di essere indagati o che, talvolta, c’è stata una condanna in primo grado. Ma le sentenze sbagliate ci sono per qualunque reato, è pieno di condanne ingiuste, perché parliamo solo di legittima difesa domiciliare? I giudici sbagliano, non per questo dobbiamo cambiare ogni volta le leggi che devono applicare.
Secondo i dati ufficiali del ministero, sono stati 3 nel 2015, 2 nel 2016 e 4 nel 2017. Di questi, il 97 per cento si sono chiusi con l’assoluzione. Stiamo parlando statisticamente del nulla. Normalmente sono ben altri i numeri che fanno muovere il legislatore.
Non si fa così la prevenzione contro i furti. Crede che chi pensa di vivere rubando nelle abitazioni altrui adesso si spaventerà perché c’è l’aggettivo “sempre” aggiunto alla legge? Chi vive delinquendo continuerà a farlo, anzi, forse si armerà di più, in modo che se c’è il rischio che qualcuno spara, sparano prima loro.
La prevenzione piuttosto si fa sul controllo del territorio, sui controlli di polizia. Ma dico questo non per dare una colpa alla polizia, bensì perché bisognerebbe intervenire sui mezzi, sugli uomini, sui finanziamenti.
L’opinione pubblica dovrebbe insospettirsi del fatto che il ministro degli Interni, che è il responsabile della sicurezza sui territori, perda tempo con queste stupidaggini e non dica nulla sull’aumento del personale di polizia, delle macchine. Occupiamoci di questo per controllare il territorio e prevenire.
La nostra posizione è chiara, abbiamo fatto varie dichiarazioni. Vorrei solo precisare, visto che ho letto qualche articolo polemico, che il diritto di difesa domiciliare è un principio sacrosanto, non lo mettiamo in discussione. Noi diciamo solo che più di così non si può fare: mettessero più poliziotti per strada, che è l’unica cosa di cui bisognerebbe occuparsi.
Accadrà quello che accade oggi, le persone saranno indagate, ci sarà un pm che la penserà in un modo, il gip che la penserà in un altro, ma poi saranno assolte nel 97 per cento dei casi, dopo indagini che sono doverose.
L’unica cosa positiva di questa legge è l’intervento sul danno. In casi eccezionali è vero che oggi può accadere che anche chi sia stato assolto dall’accusa di omicidio, per legittima difesa, possa essere citato in sede civile per danni. E questa era francamente una cosa su cui intervenire. È l’unica cosa che ha senso in questa nuova legge.
C’è quest’unica cosa, ma i danni sono molto maggiori. Nel prossimo caso di omicidio domiciliare, se e quando accadrà, ci renderemo conto di questa mega truffa elettorale: tutti toccheranno con mano che non è cambiato niente, perché non può cambiare niente. Più di quello la norma non può dire.