Lecce, arrestato il pm Arnesano: “Favori sessuali in cambio di provvedimenti giudiziari”
L'inchiesta sul presunto scambio di favori e prestazioni sessuali ha coinvolto anche alcuni dirigenti dell'Asl salentina
Il sostituto procuratore di Lecce Emilio Arnesano è stato arrestato il 6 dicembre 2018 per aver chiesto dei favori sessuali in cambio di provvedimenti giudiziari.
L’inchiesta sul presunto scambio di favori e prestazioni sessuali ha coinvolto anche alcuni dirigenti dell’Asl salentina e ha portato anche all’arresto di Carlo Siciliano, dirigente dell’azienda sanitaria, mentre Ottavio Narracci, direttore generale Asl, Giorgio Trianni e Giusepep Rollo, dirigenti Asl, Benedetta Martina, avvocato di Lecce, sono finiti ai domiciliari.
Il gip di Potenza ha anche disposto il divieto di dimora a Lecce per Antonio Salvatore Ciardo, oltre al sequestrato di una piscina in casa di Trianni e della barca di Arnesano.
Le accuse nei confronti degli indagati sono di corruzione in atti giudiziari, induzione a dare o promettere utilità a pubblico ufficiale e abuso di ufficio.
Il pm Arnesano è accusato di “delitti commessi con abuso e vendita delle proprie funzioni”: in particolare, il gip d Potenza gli ha contestato diversi “episodi di corruzione in atti giudiziari, di induzione a dare o promettere utilità e di abuso di ufficio”.
Arnesano avrebbe “venduto, in più procedimenti, l’esercizio della sua funzione giudiziaria in cambio di incontri sessuali ed altri favori”.
In particolare è finito sotto la lente investigativa della Procura della Repubblica di Potenza il “rapporto corruttivo, consolidato e duraturo”, con l’avvocato Benedetta Martina (agli arresti domiciliari):
La Procura di Potenza ha stabilito che “il pm pilotava procedimenti in cui gli indagati erano assistiti dall’avvocato Martina, ottenendo in cambio prestazioni sessuali” dal legale.
Dalle indagini è emerso che il pm di Lecce in un’occasione è intervenuto presso il presidente del collegio di disciplina dell’Ordine degli avvocati di Lecce, Augusto Conte, su richiesta dell’avvocato Manuela Carbone. Anche in tal caso ci fu un incontro fra Arnesano e Conte, durante il quale “la richiesta veniva avanzata e accettata”: il pm, poi, chiese all’avvocato Carbone, “in cambio del suo intervento, delle prestazioni sessuali”.