Le notizie di oggi
Quello che dovete sapere per questa giornata
Città del Vaticano: tredici cardinali avrebbero firmato una lettera consegnata dal prefetto per la segreteria dell’Economia vaticana George Pell al Papa appena prima dell’inizio dei lavori del Sinodo sulla famiglia, il 5 ottobre, per criticare la gestione di Bergoglio dell’assemblea. La missiva è stata resa pubblica martedì 13 ottobre dal vaticanista Sandro Magister, che l’ha diffusa tramite il suo blog prima nella versione originale in inglese e poi in una traduzione in italiano. L’esistenza del documento è stata confermata dallo stesso cardinale australiano Pell, che però ha precisato che la lettera sarebbe dovuta rimanere privata. Nella missiva i padri sinodali criticano l’Instrumentum laboris, ossia il testo di lavoro dell’assemblea e il metodo scelto da Papa Francesco per l’incontro sulla famiglia, specificando che, così gestito, il Sinodo avrebbe potuto esser dominato dal tema della comunione per i divorziati e non da quello sulla famiglia tradizionale. Nel documento viene criticata anche la scelta pontificia dei membri della commissione per la relazione finale ai lavori, che non sarebbero stati eletti dai cardinali. Quattro membri della commissione sinodale, tra cui il cardinale Angelo Scola, hanno smentito di aver partecipato alla stesura della lettera, sebbene i loro nomi compaiano sulla missiva.
– Israele: nella giornata di lunedì 12 ottobre un palestinese sarebbe È stato ucciso da agenti della polizia israeliana dopo aver tentato di impossessarsi dell’arma di un soldato, mentre si trovava a bordo di un autobus, vicino all’ingresso di Gerusalemme. L’aggressore avrebbe provato a soffocare il militare, che sarebbe stato salvato dall’intervento di altri agenti israeliani. Si tratterebbe del quarto assalto della giornata, dopo il tentativo di accoltellamento di un soldato alla Porta dei Leoni, nella Città Vecchia, terminato con la morte dell’assalitore, l’accoltellamento di due ebrei in una colonia israeliana a Gerusalemme est e l’aggressione di una guardia di frontiera israeliana da parte di una donna palestinese.
– Siria: secondo l’emittente televisiva statunitense Cnn, nelle ultime ore il governo americano avrebbe fornito un carico da 50 tonnellate di munizioni ai ribelli siriani che da quasi quattro anni si oppongono al regime del presidente Bashar al-Assad. La consegna delle armi è stata confermata informalmente da fonti istituzionali statunitensi. Le armi, tra cui soprattutto munizioni leggere e granate, sarebbero state paracadutate nel territorio siriano di Al-Hasakah, controllato dai ribelli.
– Stati Uniti: in Texas un uomo è stato liberato dopo aver trascorso 28 anni in carcere a causa di un errore giudiziario. Steven Mark Chaney, inizialmente condannato all’ergastolo per l’uccisione di John Sweek, è stato scagionato lunedì 12 ottobre perché il dentista che aveva analizzato il segno di un morso lasciato dall’assassino sul cadavere ha affermato di aver sbagliato nella sua valutazione. All’epoca in cui l’uomo è stato condannato, nel 1989, nove testimoni avevano dichiarato che Chaney era insieme a loro nel momento in cui sarebbe dovuto avvenire il delitto.
– Guatemala: una folla di cittadini di un villaggio nella parte occidentale del Paese ha linciato e ucciso il sindaco Bacilio Juracan of Concepción, rieletto il 6 settembre scorso, dandogli fuoco perché da questi considerato responsabile dell’attentato che domenica 11 ottobre aveva causato la morte del candidato sindaco Lorenzo Sequen, suo rivale, in cui rimasero uccise anche due ragazze di 17 anni. Dieci uomini mascherati avevano aperto il fuoco contro la vettura su cui Sequen stava viaggiando insieme alla figlia e alla nipote.
– Sierra Leone: secondo uno studio condotto dai ricercatori della London School of Hygiene and Tropical Medicine, il numero di contagi di ebola nel Paese sarebbe potuto essere dimezzato se il governo britannico avesse anticipato di un mese la consegna dei 2.700 letti agli ospedali africani a cui erano destinati. Da settembre 2014 a febbraio 2015, il Regno Unito ha donato 1.500 letti agli ospedali della Sierra Leone e altri 1.200 ai centri specializzati per la cura dell’ebola del Paese. Il responsabile della ricerca, dottor Adam Kucharski, ha affermato che la consegna dei letti ha prevenuto 57mila casi di contagio – considerando solo quelli dei report ufficiali – salvando 40mila vite, ma ha anche aggiunto che se la distribuzione fosse avvenuta un mese prima, si sarebbero potuti evitare altri 14mila casi.
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