Labioplastica, quando e perché le donne si rifanno la vagina
Crescono le donne che scelgono di ricorrere alla chirurgia estetica genitale. Ma in cosa consiste l'operazione? E qual è il canone estetico che viene preso a modello?
Si chiama labioplastica ed è un intervento di chirurgia estetica intima femminile sempre più diffusa, con cui le donne scelgono di dare un nuovo aspetto alla loro vagina o, più correttamente, alla vulva (la parte visibile dell’organo genitale femminile).
Negli Stati Uniti, nell’arco degli ultimi cinque anni, il numero delle donne che hanno effettuato interventi di chirurgia estetica alla vagina è aumentato di oltre il 200 per cento, secondo i dati raccolti dall’American Society for Aesthetic Plastic Surgery (ASAPS).
Ma anche in Italia sta diventando un intervento molto richiesto, almeno secondo il dottor Paolo Mezzana, chirurgo estetico e componente della Society of Aestetic Gynecology (Esag).
Ma in cosa consiste l’operazione? E qual è il canone estetico che viene preso a modello? TPI lo ha chiesto al dottor Mezzana, che effettua questo tipo di intervento.
Perché le donne scelgono di rifarsi la vagina?
Secondo il dottor Mezzana, esistono due diverse tipologie di clienti che si rivolgono ai chirurghi per effettuare una labioplastica.
Da una parte ci sono le donne tra i venti e i trent’anni, che in genere lamentano una ipertrofia delle piccole labbra.
Dall’altra ci sonole donne tra i quaranta e i cinquantacinque anni, che puntano a un ringiovanimento interno dell’organo genitale, a cui poi scelgono se affiancare anche quello esterno.
Qui sotto la video intervista di Luca Vecchi pubblicata su TPI:
Ipertrofia delle piccole labbra
Nel caso delle ragazze giovani, cosa le spinge a voler effettuare un intervento di questo tipo?
“Sicuramente c’è qualche trend di osservazione”, spiega Mezzana. “E poi c’è anche un modello culturale, perché la nudità è aumentata, quindi si fa il confronto. Spesso si tratta di una nudità portata all’estremo, perché viene dalla cinematografia porno, dove c’è una cura particolare, ovviamente, per l’aspetto genitale. E con la depilazione totale, che igienicamente è una pratica sbagliata, la vulva è scoperta e quindi più visibile”.
In realtà, spiega il medico, non si tratta solo di chirurgia estetica, ma di una chirurgia estetico-funzionale.
L’ipertrofia delle piccole labbra, secondo Mezzana,è la classica patologia che hanno le ragazze giovani che si rivolgono a un chirurgo. In questo caso le piccole labbra, che sono le strutture che chiudono il canale vaginale, escono al di fuori delle grandi labbra in un modo ritenuto eccessivo.
“In questi casi le pazienti possono avere un fastidio anche durante i rapporti, o addirittura quando vanno in bicicletta, perché c’è frizione con il sellino e il tessuto”, sostiene Mezzana. “Quindi richiedono l’intervento per un motivo funzionale, che poi diventa anche estetico”.
Funzione ed estetica vanno di pari passo, secondo il dottore. Ma come stabilire qual è il canone estetico ideale?
“Un canone assoluto non c’è, però pensare a uno standard di giovinezza potrebbe essere utile per trovarlo”, dice Mezzana. “L’aspetto di una bella vulva è l’aspetto di una vulva giovanile, con tonicità e buon riempimento delle grandi labbra, che sono le strutture esterne, e del monte di Venere, che è l’area adiposa che copre l’introito vaginale, e con un buon tono delle piccole labbra che servono come tappo per evitare le contaminazioni all’interno del canale vaginale e lo chiudono”.
“Anche nella parte del cappuccio clitorideo ci può essere pelle in eccesso, e si può ridurre con molta attenzione, perché questa è un’area molto delicata”, prosegue.
“Sotto il profilo estetico tutto è discutibile”, sostiene il chirurgo, “ma non è condannabile. È giusto che, come si toglie un pochino di pelle dalla palpebra superiore, si fa la blefaroplastica, perché non piace, si tolga un pochino di tessuto, in un intervento sicuro, a livello vulvare”.
Ringiovanimento vaginale
Con l’avanzare dell’età e la menopausa, spiega il dottor Mezzana, si può incorrere invece nell’atrofia delle grandi labbra.
“Le grandi labbra”, spiega, “che contengono la componente adiposa, si svuotano, le piccole labbra diventano preponderanti e il canale vaginale è secco, perché non c’è lo stimolo degli estrogeni”.
In questo caso si può intervenire con il trasferimento di grasso o con l’acido ialuronico, lo stesso che si usa per le labbra. Si possono inoltre fare trattamenti con il laser in radiofrequenza per il canale vaginale e fare riduzioni delle piccole labbra per il tessuto in eccesso.
“È importante anche l’esercizio a casa”, sostiene Mezzana. “Se il tessuto non viene esercitato non aumenta la sua elasticità. Per questa eventualità si può utilizzare il vibratore medicale, che fa una vibrazione specifica per la stimolazione fibroplastica e per esercitare il tessuto nella sua elasticità”.
“La donna ormai passa più di due terzi della sua vita in menopausa. Non bisogna vergognarsi: come gli uomini che non stanno più bene vanno subito dall’andrologo o dal medico di base e si fanno segnare un vaso dilatatore, così anche le donne devono poter correre ai ripari”, continua il chirurgo.
Il caso delle minorenni
Più complesso è il caso in cui a richiedere l’intervento sia una ragazza minorenne, seppur con il consenso dei genitori.
Del fenomeno si è iniziato a parlare nel Regno Unito, dove secondo la Bbc nel biennio 2015-2016, più di 200 ragazze sotto i 18 anni si sono sottoposte alla labioplastica nel paese. Oltre 150 di loro avevano meno di 15 anni.
“Con le minorenni bisogna fare attenzione, come in tutti gli interventi di chirurgia estetica”, sostiene Mezzana. “Se il problema è veramente grave, il minorenne può essere operato, altrimenti no, perché psicologicamente non è in grado di affrontare il cambiamento”.
“Bisogna aspettare che sia matura anche la volontà, a meno che non si sia in presenza di un difetto estremo, non di un capriccio”, aggiunge.
Il recupero dopo il parto
Normalmente, una donna giovane ha un recupero molto veloce dopo il parto. In caso contrario, esistono degli esercizi per riacquistare una buona tonicità muscolare, utile anche alla qualità dei rapporti. Per questo può essere utile rivolgersi a un esperto.
“Per il recupero post partum”, spiega Mezzana, “laddove il canale rimanga troppo largo, si possono fare degli esercizi spontanei, che si chiamano esercizi di Kegel, ma sono molto difficili da attuare, oppure si possono utilizzare i coni vaginali di Plevnik, che servono ad allenare il pavimento pelvico”.
La componente psicologica
Come emerge anche dalla testimonianza, raccolta da TPI, di una ragazza 21enne che ha deciso di sottoporsi alla labioplastica, spesso questo intervento deriva da un’esigenza psicologica più che fisica.
“L’eroticità e l’erotismo sono esposizioni del proprio aspetto intimo e personale”, spiega Simona Abate,psicologa, psicoterapeuta e specialista in medicina psicosomatica. “Sentirsi sicuri e consapevoli della propria rappresentazione mentale rispetto all’intimità è un passo avanti per avere delle gratificazioni nella vita sessuale”.
Talvolta le pazienti che chiedono di procedere all’intervento “mascherano” la domanda, dicendo di avere un problema fisico più che psicologico.
“La paziente si sente più serena a potersi rivolgere verso questa possibilità senza esporsi dal punto di vista psicologico”, dice Abate. “Tuttavia poi emergono maggiori confessioni che attengono all’aspetto estetico”.
La chirurgia vaginale, comunque, resta spesso un tabù, che dipende dalla nostra formazione storica, culturale e religiosa e dalle radici familiari.
“I genitori, le figure educative primarie, influenzano notevolmente l’aspetto e l’approccio della sessualità di ognuno di noi, ci sono degli stili educativi genitoriali molto più orientati al pudore, alla rappresentazione sessuale più limitata e segreta, ci sono invece stili educativi genitoriali orientati a una maggiore espressività. Questo influenza notevolmente la donna e poi l’adulta nel suo equilibrio psico-sessuale, che è una costruzione molto complessa di questi aspetti”, sottolinea Abate.
“L’approccio a queste tematiche tra Italia e Stati Uniti cambia completamente”, sostiene Mezzana. “In Italia ci sono più tabù, ma le ragazze ne hanno meno delle generazioni precedenti”.