La stampa britannica su cosa nostra
Gli ultimi articoli dell'Independent, del Telegraph e della Bbc sulla mafia siciliana
Dicono che quando i boss della cupola cenano insieme è sempre un brutto segno. Le scene di incontri tra famiglie mafiose filmate dalle forze dell’ordine in due anni di videosorveglianza sono state una ventina, e mostrerebbero che stavolta l’obiettivo è quello di riorganizzare i vertici di Cosa Nostra.
Per il quotidiano britannico Independent, “con Cosa Nostra indebolita da una serie di arresti, la crescita di organizzazioni criminali rivali e la mancanza di un capo dei capi del calibro di Bernardo Provenzano o Totò Riina, i clan stanno cercando di riorganizzarsi, rafforzare l’organizzazione – e divertirsi al tempo stesso”.
La cena, secondo il quotidiano, si conclude solitamente con un arresto, una scomparsa o un assassinio. E talvolta, la vittima può trovarsi tra gli stessi commensali.
“Il cibo è considerato una misura del loro potere e prestigio. Intorno al tavolo si tengono dichiarazioni di guerra, si stringono patti, si concordano alleanze e si stabiliscono gli omicidi”, ha detto il giornalista Attilio Bolzoni.
Dopo la cattura di Bernardo Provenzano nel 2006 e l’arresto del suo successore Salvatore Lo Piccolo un anno dopo, ora il “capo dei capi” di Cosa Nostra è Matteo Messina Denaro, boss del trapanese. Ma negli ultimi tempi la rete sembra stringersi sempre di più intorno a lui.
A dicembre 30 persone – tra cui la sorella, un nipote e due cugini del boss – sono state arrestate con accuse che vanno dall’associazione mafiosa all’estorsione, mentre tre società, dal valore complessivo di quasi 5 milioni di euro, sono state sequestrate.
La notizia è stata riportata anche dalla Bbc, il cui inviato, Alan Johnston, ha raccontato del tentativo di prosciugare le ricchezze del boss compiuto dalle autorità, ma anche dell’aura di protezione fatta di paura e mistero che circonda il boss.
Il giornale britannico Telegraph ha scritto invece dell’iniziativa portata avanti da Libera Terra, il gruppo antimafia che rileva terreni agricoli confiscati ai boss in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria e li utilizza per produrre prodotti agricoli, vino biologico e olio extravergine di oliva.
Per il periodo di Natale, l’organizzazione ha preparato e venduto dei cesti natalizi confezionati con questi prodotti. Un gesto simbolico contro la criminalità organizzata.