L’Italia non può sopravvivere
"Lost in stagnation". L'impietoso giudizio sull'Italia espresso da Guy Dinmore sul Financial Times.
In un reportage per il Financial Times, Guy Dinmore fa il punto sulla situazione politica, economica e infrastrutturale del Belpaese – e lo scenario non è dei più rincuoranti.
A quattro anni dal terremoto che la devastò, “L’Aquila è divenuta un monumento alla paralisi politica ed economica dell’Italia. Piccole imprese edilizie hanno vinto appalti per la ricostruzione, hanno iniziato a lavorare e sono fallite quando lo Stato non le ha pagate – un’abitudine in tutto il Paese, dove la pubblica amministrazione deve 100 miliardi di arretrati alle imprese private. Come il resto dell’Italia, L’Aquila è piena di soffocanti imposizioni burocratiche“.
Ma la lentezza burocratica è spia di un problema più profondo: l’economia non cresce, i grandi marchi italiani vengono svenduti uno a uno a capitali stranieri e i giovani italiani fuggono a frotte per andare in Germania o per “lavorare nei bar, nelle banche e nelle imprese di Londra”. La politica dovrebbe dare delle risposte ma latita: “Otto settimane dopo le elezioni, risultate in un Parlamento diviso, l’Italia sta ancora aspettando un governo”. Il Movimento 5 Stelle aveva destato interesse all’estero ma “sotto la strana leadership di Beppe Grillo, il movimento sembra disorientato, incapace di trasformare il suo miscuglio di idealisti, estremisti di destra e attivisti di sinistra in un soggetto con un’identità chiara. “La speranza è che Matteo Renzi “giovanile e riformista astro nascente del centrosinistra, possa mettere a frutto la voglia di cambiamento dei cittadini, o che Berlusconi trovi finalmente un erede per la leadership del centrodestra. Ma per ora nuove elezioni – luglio o ottobre le date più probabili – potrebbero andare a finire in un ulteriore stallo.”
E alla domanda finale “L’Italia ce la può fare?” la risposta che Pepper Culpepper, professore all’ European University Institute di Firenze, dà a Dinmore è un sonoro “no“.