“Io, malato di sclerosi multipla, vengo insultato perché porto la malattia in televisione”. Intervista a Ivan Cottini
"La mia malattia mi toglie la coordinazione? Io la sfido ballando". Ivan Cottini è il primo malato di sclerosi multipla che si esibisce danzando
Muscoli, tatuaggi e un sorriso che piace alla telecamera. Ivan Cottini, marchigiano di 33 anni, potrebbe sembrare un tronista di Uomini e Donne – come ammette lui stesso – se non fosse per le stampelle e per la difficoltà a muoversi e a parlare.
La vita con lui è stata generosa e crudele: gli ha donato un fisico e un volto che gli hanno permesso di lavorare come modello, poi lo ha messo di fronte a una sfida che all’inizio sembrava insormontabile: la sclerosi multipla.
Una malattia neurodegenerativa che si prende il corpo “in prestito”, pezzo dopo pezzo, e che purtroppo spesso non restituisce quello che ha preso.
A Ivan è successo quando, a 26 anni, si è svegliato senza riuscire a vedere dall’occhio destro. Era il 2012.
Dopo poco tempo è arrivata la diagnosi. E con essa il baratro, in cui Ivan è rimasto per alcuni mesi, con la fidanzata che lo aveva lasciato e il futuro che sembrava nascondersi dietro un muro invalicabile.
Ora sorride Ivan, ripensando alla notte in cui organizzò un “toga party” e convinse una signora di 75 anni a fare con lui una gara di velocità in carrozzina, nella corsia dell’ospedale dove era ricoverato.
Per persuaderla ad alzarsi dal letto e sfidarlo le diede persino un bacio in bocca. “Lì capii il potere che avevo verso gli altri”, commenta adesso.
“Quella notte porca miseria la feci grossa”, racconta Ivan a TPI. “Il giorno dopo rischiai di essere buttato fuori dall’ospedale. Ma la mia gioia di tornare a sorridere era così grande”.
Ivan, che aveva cancellato i suoi profili social, si è riaffacciato su Facebook, postando le immagini di se stesso con l’ossigeno e la flebo dall’ospedale.
“Era un modo per dire: io ora sono questo, sono pronto, grintoso e non vedo l’ora di tornare”.
Non è stato un “ritorno” da poco. Ivan ha trovato una nuova compagna, che non ha avuto paura della sua malattia.
Insieme hanno avuto una bambina, Viola. Per realizzare il suo sogno di diventare padre, Ivan ha interrotto alcune cure mediche, e questo ha portato a un ulteriore peggioramento delle sue condizioni.
“I medici poi mi hanno fatto nero”, scherza Ivan, “ma se tornassi indietro lo rifarei, perché ora ho la mia cura, mia figlia Viola”. È l’unico momento di tutta la nostra conversazione in cui i suoi occhi diventano lucidi.
Ivan non si è fermato qui e ha preso la vita a piene mani: ha voluto sfidare l’ex nuotatore Magnini in piscina, l’ex calciatore Ambrosini ai calci di rigore. È andato anche a ballare nel noto programma televisivo Amici.
“A me piace sfidare la mia malattia”, dice Ivan a TPI. “Lei mi vuole far stare seduto? Mi toglie la coordinazione? Io la sfido ballando”.
Dopo essere comparso in televisione per rilasciare alcune interviste, Ivan ha ricevuto molti messaggi di persone che gli hanno espresso il loro sostegno e la loro solidarietà. Alcune persone malate dicono di aver ripreso a sognare grazie a lui.
Sono arrivati però anche alcuni messaggi di critica e insulti, perché una persona malata dovrebbe “starsene a casa” e non mostrarsi in pubblico come fa lui.
“È arrivata anche una lettera a casa, in cui si augurava che mi accadessero cose brutte, e che a queste cose assistesse mia figlia”, racconta Ivan.
Lui la prende con filosofia: “Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”, dice.
“Credo che la maggior parte delle persone si vergognino di mostrare al mondo che si ritrovano malate. Sembra che sia una vergogna, soprattutto nella società di oggi in cui tutti vogliono essere perfetti. Io non me ne sono vergognato”.
Il suo vero rimpianto è quello di non poter condividere a pieno la gioia per ciò che fa con i suoi cari. “Tutto quello che faccio, saranno anche cose folli, a me mi rendono felice. Invece i miei genitori col fatto che sono malato vedono soltanto il lato dello stress fisico. Per questo hanno preso le distanze da ciò che faccio”.
“Forse non ce la farò mai a far capire loro cosa voglia dire per me. Ma comunque voglio loro bene uguale. Tanto”, aggiunge.
Ivan ha portato avanti anche una serie di progetti, sostenendo alcune iniziative legislative nella sua regione e lanciando una raccolta fondi che dopo tre anni sta per portare alla donazione di mezzi che saranno utilizzati da alcune associazioni per agevolare gli spostamenti delle persone malate di sclerosi multipla che devono viaggiare per curarsi.
E per il futuro?
“Sto canalizzando molte energie nel progetto di un ultimo calendario per mia figlia”, racconta. “E spero di avere per un altro anno le energie per continuare a ballare e andare in qualche programma televisivo”.