L’Italia ha richiamato il proprio ambasciatore in Egitto
La decisione è stata presa dopo il ritorno degli investigatori italiani che erano andati al Cairo a indagare sulla morte di Giulio Regeni
Il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni ha richiamato in patria il proprio ambasciatore in Egitto, Maurizio Massari, per consultazioni urgenti.
La Farnesina ha deciso di richiamare Massari “per un’urgente valutazione” su quali debbano essere i passi da intraprendere al fine di ottenere la verità sulla tragica morte di Giulio Regeni.
Il 7 aprile gli inquirenti italiani ed egiziani che seguono il caso della morte del ricercatore italiano Giulio Regeni si sono incontrati per alcuni colloqui. Secondo quanto si apprende finora, il vertice sarebbe stato un fallimento.
Regeni era scomparso in circostanze misteriose al Cairo il 25 gennaio e ritrovato senza vita il 3 febbraio con evidenti segni di torture.
“Sono stati consegnati alle autorità italiane i tabulati telefonici delle utenze egiziane in uso a due amici italiani di Giulio Regeni presenti a Il Cairo nel Gennaio scorso, la relazione di sopralluogo, con allegate foto del ritrovamento del corpo di Giulio Regeni, una nota ove si riferisce che gli organizzatori della riunione sindacale tenuta a Il Cairo l’11 dicembre 2015, cui ha partecipato Giulio Regeni, hanno comunicato che non sono state effettuate registrazioni video ufficiali dell’incontro”, si legge nel comunicato emesso dalla Procura di Roma.
Tutte informazioni giudicate insufficienti dagli inquirenti italiani che avrebbero voluto i tabulati telefonici di una decina di utenze riconducibili ad altrettanti cittadini egiziani.
L’Italia aveva minacciato “misure immediate e proporzionate” se il governo egiziano non avesse offerto piena cooperazione: “Ci fermeremo solo quando troveremo la verità, quella vera e non di comodo”, aveva annunciato al Senato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
Il 6 aprile, il quotidiano La Repubblica ha pubblicato un articolo che riportava una serie di mail anonime inviate da un uomo che sostiene di appartenere alla polizia segreta egiziana, nelle quali spiegava come il ricercatore fosse stato ucciso dopo lunghe torture e accusava gli apparati di sicurezza egiziani.
Il mese scorso il presidente della commissione parlamentare straordinaria per la tutela dei diritti umani Luigi Manconi aveva chiesto all’Italia di ritirare il proprio ambasciatore per consultazioni e dichiarare l’Egitto paese a rischio per i turisti italiani.
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