L’Italia monitora 393 detenuti a rischio radicalizzazione
“La condizione di relativa tranquillità dell’Italia potrebbe mutare”, ha detto il ministro della Giustizia Orlando, parlando di terrorismo islamico
Il ministro italiano della Giustizia Andrea Orlando, intervenendo davanti commissione Affari costituzionali della Camera e parlando di terrorismo islamico, ha dichiarato che “la condizione di relativa tranquillità dell’Italia potrebbe mutare”, giovedì 2 febbraio 2017.
Orlando ha reso noto che i detenuti monitorati nelle carceri italiani sono 393 e rappresentano diversi gradi di minaccia. Centotrenta non hanno mostrato segnali concreti di radicalizzazione; 88 non sono ancora classificati come radicalizzati ma hanno manifestato simpatie per l’estremismo islamico; 175 sono a “forte rischio di radicalizzazione”.
La maggior parte di questi 393 detenuti, riferisce ancora il ministro, sono di origine nordafricana: 115 tunisini, 105 marocchini e 27 egiziani. Quattordici individui sono nati in Italia e di questi tre hanno un cognome di origine straniera.
La popolazione carceraria italiana si attesta sui 55.381 carcerati, di cui 18.825 non italiani, ossia il 34 per cento. Gran parte degli stranieri proviene da paesi a maggioranza musulmana. Su 14.680, oltre la metà è di origine africana, 3.359 sono marocchini e 2.141 tunisini.
Di questi, 6.290 hanno dichiarato di essere professanti: rappresentano il 33 per cento della popolazione carceraria straniera in Italia e l’11 per cento del totale dei detenuti nelle carceri italiane.
Quarantasei detenuti sono sottoposti a regime di alta sicurezza perché accusati di essere coinvolti nel terrorismo internazionale.
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