L’Italia in corteo contro le mafie, in 500mila hanno sfilato al grido di “siamo tutti sbirri”
Dopo le scritte contro don Luigi Ciotti e la polizia apparse sui muri di Locri è arrivata la risposta delle piazze italiane
Cinquecentomila persone in tutta Italia. Venticinquemila a Locri. Per la Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti delle mafie in 4mila centri italiani le persone sono scese in piazza nei cortei organizzati da Libera per ribadire il messaggio contro tutte le mafie.
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“Oggi a Locri siamo tutti sbirri”, ha esordito don Luigi Ciotti replicando alle scritte offensive comparse sui muri della cittadina calabrese nella giornata di lunedì 20 marzo, dopo la visita del capo dello Stato Sergio Mattarella e in vista della Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime delle mafie.
“Ricorderemo tanti nomi di esponenti delle forze dell’ordine che hanno perso la vita e nessuno li può etichettare e insultare”, ha detto ancora don Ciotti.
In testa al corteo di Locri hanno sfilato i familiari delle vittime che reggevano due striscioni con lo slogan della giornata: “Luoghi di speranza, testimoni di bellezza”. Dietro di loro una grande bandiera della pace portata da ragazzi migranti minorenni arrivati in Calabria a bordo di barconi nei mesi scorsi.
Alla manifestazione calabrese ha partecipato anche il presidente del Senato Pietro Grasso, secondo cui le scritte sui muri “se volevano ottenere un effetto hanno ottenuto quello contrario, cioè di una piena solidarietà da parte di tutta Italia a Libera, a don Ciotti e a questo movimento per la legalità”.
“Quelli che chiamano sbirri sono persone al servizio dello Stato, cioè di tutti noi. Persone che con professionalità e dedizione provvedono alla nostra sicurezza, alla tutela delle leggi. Dobbiamo essere loro grati. Io personalmente ho verso di loro un grande debito di gratitudine. Se leggo oggi don Ciotti sbirro, la prendo non come un’offesa ma come un complimento”, ha poi detto don Ciotti.
Il 21 marzo è stato scelto da Libera come Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti delle mafie nel 1996. Si scelse, non a caso, il primo giorno di primavera. In quel giorno si fece una pubblica lettura dell’elenco di nomi di uomini, donne e bambini che hanno perso la vita per mano mafiosa. Da allora “il 21 marzo è diventato il momento nel quale l’intera nazionale abbraccia idealmente i suoi caduti in una battaglia, quella per la legalità, che non si può considerare conclusa”.
Il messaggio della Giornata è stato poi ribadito da Grasso anche nell’Aula del Senato. Il 21 marzo “sia il primo giorno di una primavera di legalità: abbiamo il diritto, ma anche il dovere, di realizzare questa ambizione”, ha detto.
Anche da Trapani è arrivata una risposta alle intimidazioni sui muri di Locri: “Vogliamo più sbirri”, ha urlato il corteo formato da migliaia di persone, soprattutto giovani, provenienti da tutta la Sicilia.
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