Dall’estate 2016 l’ingresso alle Cinque Terre sarà a numero chiuso
Il tratto di riviera ligure è affollato ogni anno da più di due milioni di turisti, ma ora gli amministratori locali si stanno attivando per evitare un afflusso eccessivo
Le Cinque Terre, ovvero il tratto di riviera ligure che
comprende i borghi di Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore, a
partire dall’estate 2016 introdurranno delle limitazioni per il numero di
turisti da accogliere.
Il tratto di costa è sede di un Parco Nazionale e dal 1997
rientra tra i patrimoni dell’umanità UNESCO, scelta motivata dall’ente
attraverso queste ragioni.
“Un paesaggio culturale di valore
eccezionale che rappresenta l’armoniosa interazione stabilitasi tra l’uomo e la
natura per realizzare un paesaggio di qualità eccezionale, che manifesta un
modo di vita tradizionale millenario e che continua a giocare un ruolo
socioeconomico di primo piano nella vita della società”.
L’area in provincia di La Spezia è una delle più visitate d’Italia,
e vede ogni anno circa 2,5 milioni di turisti italiani e stranieri riversarsi
sui sentieri affacciati sul mare e sulle vie dei piccoli borghi.
Questo afflusso, però, concentrato su un’area geografica di
dimensioni limitate e sul cui ecosistema si basa l’intera ragione del turismo,
rischia di mettere a repentaglio non solo il successo del luogo come meta di
viaggi di piacere, ma la sua stessa sopravvivenza.
Sono infatti in corso calcoli effettuati da geologi per
stabilire il carico massimo di visitatori che potranno contemporaneamente
presenziare sui sentieri locali, in modo da evitare frane, dissesti e danni all’ambiente.
Saranno quindi installati dei contapassi per misurare il numero di persone
dirette ai borghi, l’accesso ai quali sarà chiuso una volta raggiunto il “semaforo
rosso” che segnalerà le eccessive presenze simultanee attraverso una app.
Un’altra misura riguarderà l’acquisto di una card via
internet, che permetterà l’ingresso al parco unito ai biglietti di alcuni treni
speciali, separati dal traffico normale dei residenti.
Le ragioni della
decisione presa non hanno infatti solo a che fare problemi di natura geologica,
ma anche con l’esasperazione dei cittadini, che, invasi dai turisti ogni anno a
partire dalla primavera, rischiano nel tempo di abbandonare i borghi e rendere
i luoghi pure attrazioni turistiche senza vita durante le altre stagioni.