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La procura di Genova continua a indagare sui conti della Lega

Immagine di copertina
Umberto Bossi e Matteo Salvini. Afp photp / Tiziana Fabi

I pubblici ministeri liguri hanno avviato una rogatoria internazionale per capere dove siano finiti 3 milioni di euro rientrati in Italia dal Lussemburgo e segnalati dalla Banca d’Italia dopo le elezioni politiche del 4 marzo

Si è riaperta l’indagine della procura di Genova sui conti della Lega.

I pubblici ministeri liguri hanno avviato una rogatoria internazionale per capere dove siano finiti 3 milioni di euro rientrati in Italia dal Lussemburgo e segnalati dalla Banca d’Italia dopo le elezioni politiche del 4 marzo.

In particolare, i magistrati stanno indagando se questo denaro sia stato movimentato da persone collegabili al Carroccio e se si tratti di una fetta del tesoro del partito guidato da Matteo Salvini: 48 milioni che non sono mai stati trovati.

La vicenda è iniziata subito dopo le elezioni politiche, quando la Banca d’Italia ha ricevuto un report da una fiduciaria del Lussemburgo, che segnalava una movimentazione di denaro dal Granducato all’Italia, per la precisione alla Sparkasse di Bolzano, giudicato sospetto.

Dopo aver ricevuto il report e averlo esaminato, la Banca d’Italia l’ha trasmesso ai magistrati di Genova, che dal 2013 stanno cercando di risalire al tesoro della Lega.

I pm Francesco Pinto e Paola Calleri, insieme agli investigatori della Guardia di Finanza, ritengono che quei 3 milioni potrebbero essere “riferiti” ad attività di esponenti della Lega.

Il 26 luglio 2017 il Tribunale di Genova ha condannato in primo grado Umberto Bossi e l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito rispettivamente a due anni e mezzo e quattro anni e dieci mesi per truffa ai danni del Parlamento per i rimborsi elettorali.

Venne quindi deciso il sequestro di 48 milioni di euro a titolo risarcitorio, ma nei conti del Carroccio ne vennero trovati solo 2.

A quel punto è stato disposto il sequestro dei soldi che da allora in futuro sarebbero entrati nei conti della Lega, confermato ad aprile 2018 dalla Cassazione.

Dopo la segnalazione della Banca d’Italia, la procura ha aperto un’indagine per riciclaggio a carico d’ignoti.

Da qui nasce la perquisizione del 13 giugno nella sede della Sparkasse, dove, secondo la procura, sarebbe stato fatto un investimento da 3 milioni di euro in Lussemburgo, poi rientrati in Italia.

Oltre alla sede di Bolzano sono state fatte delle perquisizioni anche a Milano e a Collecchio, in provincia di Parma.

La procura ha anche presentato una rogatoria internazionale per ottenere dal Lussemburgo i documenti sui trasferimento di denaro sospetti.

“Non c’è nessun legame della Sparkasse con la Lega Nord” ha detto il presidente della banca altoatesina Gerhard Brandstaetter.

“Anni fa è stato chiuso un conto corrente attivo presso la filiale di Milano e da allora non ci sono più stati rapporti”, sottolinea Brandstaetter.

“Per quanto riguarda invece il Lussemburgo si tratta di normali obbligazioni e attività di tesoreria. I controlli della Guardia di Finanza sono legittimi e non riguardano solo la Sparkasse ma anche altri istituti e non potranno appurare altro”, ha concluso Brandstaetter.

La mattina di mercoledì 13 giugno tre giornalisti che stanno seguendo l’indagine della procura di Genova sui flussi finanziari della Lega sono stati condotti in caserma dalla Guardia di Finanza di Bolzano e trattenuti per tre ore per rispondere a domande sui loro articoli (qui cosa è successo).

Leggi anche: Il giornalista della Stampa racconta a TPI l’interrogatorio subito dopo le indagini sui soldi della Lega

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