Catania, vigili del fuoco “vittime” degli sciacalli mentre spengono l’incendio
Un incendio. L’immediata corsa dei vigili del fuoco. Il salvataggio. Ma, quando sono tornato sui mezzi di soccorso, la brutta sorpresa: degli “sciacalli” hanno rubato tutto ciò che c’era a bordo.
È accaduto mercoledì 13 febbraio nel quartiere popolare di Librino, a Catania.
Non solo. I vigili del fuoco avevano appena salvato dieci persone dalle fiamme che si erano propagate all’ultimo piano di un palazzo quando sono stati aggredito da alcuni inquilini, “forse proprio per ritardare il nostro ritorno sui mezzi”, denunciano.
“Eravamo tutti concentrati sul rogo” spiegano. Così i pompieri non si sono accorti di un gruppo di sciacalli che si è introdotto nei mezzi di soccorso rubando le attrezzature.
A denunciarlo sono stati i sindacati in una nota inviata al prefetto di Catania.
“Purtroppo è successo ancora una volta!”. si legge in una nota congiunta di Cgil, Uil, Cisl, Conapo, Confsal e Usb di Catania. “Una squadra del nostro comando è intervenuta per salvare delle vite ed estinguere un incendio in uno stabile di almeno 8 piani fuori terra, dove vi erano persone intrappolate”.
Ebbene, “la squadra, oltre a dover pensare alla salvaguardia della pubblica incolumità, ha dovuto arginare gli animi di alcuni facinorosi, che inveivano contro di loro minacciandoli.”
“Siamo stati letteralmente presi d’assalto”, denunciano, “tanto che nemmeno le sei pattuglie della polizia presenti sono riusciti a intervenire”. E “non è la prima volta”.
“Tali atteggiamenti non sono più tollerabili e ammissibili”, si legge nella nota. Per questo i vigili del fuoco chiedono “immediatamente” un “tavolo di concertazione tra Prefettura, Questura, Comando dei vigili del fuoco e organizzazioni sindacali per trovare una soluzione urgente al fenomeno”.
Al centro, oltre alla difesa dei pompieri, la situazione in cui versa il comando: “Catania effettua gli stessi interventi di Milano ma ha una pianta organica fortemente sottodimensionata e una grave carenza di mezzi di soccorso”.
Quelli in dotazione “sono in buona parte vetusti”. Inoltre “il pochissimo personale in servizio è sottoposto quotidianamente a un fortissimo stress psicofisico e lavora senza sosta, rischiando la propria vita, ottemperando sempre e comunque le tempistiche i intervento”.