Il silenzio delle sanzioni
Da quando l'Ue ha imposto nuove sanzioni alla Russia, gli effetti della crisi ucraina si fanno sentire anche a Forte dei Marmi
Camminando per le strade di Forte dei Marmi non è raro vedere costose pellicce esposte nelle vetrine dei negozi nel mese di agosto e bottiglie di vodka tenute in fresco in ogni bar che si rispetti.
Per anni una vera frenesia immobiliare ha spinto ricchi acquirenti russi a comprare case a scatola chiusa nella città toscana, per poi buttarle giù e costruire lussuose ville. Il centro del paese, una volta ricco di negozi locali caratteristici, è ora pieno di boutique di lusso come Prada e Gucci.
I russi hanno iniziato ad arrivare qui una ventina di anni fa e col tempo hanno trasformato quella che era una tranquilla località balneare dell’elite italiana in una versione mediterranea della riviera russa.
Lo scorso marzo, però, i telefoni di albergatori e ristoratori – che di solito squillavano per le prenotazioni di camere, ville, e persino elicotteri – sono rimasti in silenzio. Era il silenzio delle sanzioni.
Quando gli Stati Uniti e l’Europa hanno annunciato le prime sanzioni alla Federazione russa in risposta all’invasione della Crimea, l’intento era colpire gli individui e le istituzioni vicine al presidente russo, Vladimir Putin.
Ma come racconta Jim Yardley, corrispondente del New York Times dall’Italia, la possibilità che il denaro russo potesse seccarsi ha allarmato gli imprenditori della città.
“Per un paio di giorni c’è stata una pausa e sembrava che gli affari stessero rallentando”, ha detto Paolo Corchia, proprietario dell’Hotel President, uno degli alberghi più eleganti della città, e presidente dell’associazione regionale alberghiera. “Ma poi sono tornati alla normalità.”
Negli ultimi anni il turismo russo è cresciuto rapidamente in Italia, registrando un incremento del 25 per cento nel solo 2013. Secondo il ministero degli Esteri, 747mila russi hanno visitato l’Italia nel 2013, mentre 52mila italiani hanno visitato la Russia. I russi sono anche i turisti più generosi – insieme ai giapponesi – dal momento che spendono in media dai 150 ai 175 euro al giorno, secondo il ministero degli Esteri.
“Arrivano a spendere 150mila o 200 mila euro in abiti in un negozio solo”, ha detto Enrico Salvadori, un giornalista de La Nazione che ha coperto la regione per 25 anni. “I russi sono stati di vitale importanza, soprattutto dal 2008 in poi, quando è scoppiata la crisi economica e il numero degli italiani che venivano qui ha iniziato a diminuire.”
“La prospettiva di ulteriori sanzioni solleva preoccupazioni sulle ripercussioni per l’economia locale”, scrive Yardley. “Il numero di visitatori russi è sceso del 12 per cento in provincia di Rimini, che mirava a una clientela borghese. Anche a Forte dei Marmi il turismo è diminuito rispetto allo scorso anno, ma molte persone attribuiscono la colpa a un luglio piovoso e al continuo calo di visitatori italiani”.
Al Lobster Russian Corner, un club privato di Forte dei Marmi, la crisi ucraina è stata un problema per gli affari. I membri che vivono a Mosca non sono più stati autorizzati a sorvolare lo spazio aereo ucraino e per arrivare in Italia devono seguire percorsi più lunghi.
Alcuni hanno deciso di non fare il viaggio, ma per molti dei più ricchi uomini d’affari russi poco è cambiato. Il miliardario Roman Abramovich, che vive a Londra, ha fatto tappa a Forte dei marmi sul suo yacht nel mese di agosto, come ha fatto anche l’ex governatore di Mosca, Boris Gromov.
“Siamo come la Crimea, e chiederemo di diventare parte della Russia”, ha detto ridendo il proprietario dell’Hotel President, Paolo Corchia, per poi aggiungere rapidamente: “É solo una battuta.”