I nomi più curiosi delle strade di Roma
Da via di Santa Passera a piazza della Pollarola, sono tanti i nomi delle strade di Roma insoliti ai quali abbiamo dato una spiegazione
Nel vastissimo territorio della città di Roma esistono migliaia di strade che si estendono per una grande quantità di chilometri. Molte sono dedicate a persone, altre sono talmente entrate nel linguaggio comune che spesso non ci si chiede come mai si chiamino così. Altre strade ancora hanno dei nomi talmente insoliti da rendere difficile comprendere la ragione del loro nome.
Ne abbiamo scelti alcuni, per raccontare la loro storia.
Via dell’Acqua Bullicante: questa strada situata nel quartiere Prenestino prende il nome da una sorgente di acqua sulfurea che, per questa sua qualità, sembrava bollire. E dunque, in dialetto romano, era detta acqua bullicante.
Via delle Botteghe Oscure: questo nome deriva dal fatto che la strada un tempo ospitava numerosi locali commerciali che, probabilmente dovendosi adattare ai resti romani su cui sorsero per stratificazione, erano privi di finestre.
Sulla targa stradale della via, è riportata la scritta “dagli archi un tempo semisepolti del teatro e della cripta di Balbo”. Probabilmente i resti su cui queste botteghe sorsero erano proprio quelli elencati.
Piazza dei Cinquecento: tutte le persone che passano dalla stazione Termini attraversano questa piazza che le si trova proprio di fronte. Ma chi erano questi cinquecento cui la grande piazza è dedicata?
Si tratta dei cinquecento militari italiani morti dopo un’eroica difesa presso Dogali, in Etiopia, nel 1887. Ai caduti è anche dedicato un piccolo obelisco che un tempo si trovava di fronte alla stazione e oggi è stato spostato nel vicino viale delle Terme di Diocleziano.
Via dei Condotti: il nome della strada nota per essere il centro dello shopping di lusso deriva dai condotti dell’acquedotto Vergine, che alimentano la fontana di Trevi e che passano proprio sotto questa strada.
Via Laurina: alcuni studiosi hanno sostenuto che il nome di questa strada derivi da Laura Martinozzi, nipote del Cardinale Mazzarino che nel 1684 fondò nei dintorni un monastero di Orsoline. Tuttavia, il toponimo è anteriore di diversi decenni alla Martinozzi, e per questa ragione si pensa derivi dal termine “Via Lavorina”, di origine non chiara.
Via Leccosa: nonostante alcuni studiosi avessero pensato che il nome derivasse da “lezzosa”, ovvero “puzzolente”, per via della presenza di un letamaio, l’ipotesi più probabile è che debba il proprio nome alla città cipriota di Leukosia (in italiano Nicosia).
Di fianco alla strada, infatti, esisteva il palazzo medioevale del cardinale Aldobrandino Orsini, vescovo di Nicosia. A dimostrazione di questa ipotesi, il fatto che la piazza su cui sbuca la piccola via Leccosa si chiama, appunto, piazza Nicosia.
Via della Marrana di Santa Fresca: questa strada di campagna della zona di Castel di Leva ha un nome davvero insolito. La “fresca”, infatti, nel dialetto laziale è un modo volgare per chiamare l’organo riproduttivo femminile. E Santa Fresca è una santa di cui non si ha testimonianza alcuna.
Secondo gli studiosi, potrebbe trattarsi di una corruzione di “Santa Francesca”, o semplicemente di un toponimo usato dai contadini della zona per chiamare la marrana – modo romano per definire un torrente – che passava da queste parti.
Piazza della Pollarola: questa piazza deve il proprio nome al mercato del pollame, di cui una targa ancora lascia testimonianza, che in questa aveva luogo.
Via di Santa Passera: in questa strada sorge una chiesa che si chiama, appunto, Santa Passera. Ma da cosa deriva questo insolito nome, dal momento che nessuna santa si è mai chiamata così? Questa chiesa, in origine, aveva il nome di San Ciro, e nel latino medievale spesso le chiese dedicate a questo santo erano chiamate “Abba Cyri”. La corruzione popolare l’ha fatta diventare “Sant’Abbaciro”, “Sant’Appaciro”, “Sant’Appacero”, “Santa Pacera”, fino all’attuale, assai insolito, Santa Passera.
Via delle Zoccolette: oggi con “zoccola” si intende in modo volgare una prostituta. Questa strada deve il suo nome al conservatorio dei Santi Clemente e Crescentino, che qui venne istituito per ospitare le povere orfane.
Non è chiaro se le orfane erano dette zoccolette per via del fatto che le umili calzature che usavano erano zoccoli o perché il mestiere che molte di loro erano costrette a svolgere era, appunto, la “zoccola”.