Hotel Rigopiano, cosa sappiamo e cosa ancora non sappiamo finora
I superstiti estratti vivi sono dieci, di questi 4 sono bambini. Una madre e un figlio sono riusciti a sopravvivere 43 ore intrappolati sotto le macerie. Un riassunto
Adriana e Gianfilippo hanno resistito 43 ore sotto un solaio del vano cucina, che li ha protetti da una spessa coltre di neve che mercoledì 18 gennaio ha sepolto l’Hotel Rigopiano di Farindola, in provincia di Pescara. Poi, finalmente, l’intervento dei vigili del fuoco, il cui instancabile lavoro ha slavato decine di vite sin qui all’indomani del terremoto nel centro Italia.
Nel momento in cui i due sono stati portati fuori, sono scattati gli applausi che hanno sciolto tutta la tensione del momento. I due sopravvissuti sono stati immediatamente trasportati all’ospedale di Pescara. Le loro condizioni sono apparse buone, fatto salvo per una leggera ipotermia e disidratazione.
LA FAMIGLIA PARETE – Adriana e Gianfilippo Parete sono rispettivamente moglie e figlio del cuoco, Giampiero, che ha dato per primo l’allarme mercoledì. Tra i bambini estratti vivi dai vigili del fuoco, c’è anche Ludovica Parete, l’altra figlia data per dispersa. Secondo i medici, l’abbigliamento pesante e l’essere rimasti intrappolati in ambienti chiusi ha permesso a entrambi di sopravvivere al freddo pungente e resistere così per due giorni.
IL BILANCIO DEI SOPRAVVISSUTI – Intanto, nel corso delle ore, il bilancio delle persone tratte in salvo ancora in vita è salito a dieci: tra questi anche 4 bambini. Finora si sono registrate cinque vittime a causa del maltempo e altre due presso l’Hotel Rigopiano. Trentacinque le persone che si trovavano all’interno della struttura alberghiera.
Uno dei tre bambini estratti nel pomeriggio dalle macerie dell’hotel Rigopiano è Edoardo Di Carlo, che era nell’albergo con i genitori Sebastiano e Nadia. Il bambino era stato localizzato in mattinata e una zia aveva fatto sapere che era vivo; è stato in contatto con i soccorritori fino a quando questi non sono riusciti a raggiungerlo. Risultano tuttora dispersi i genitori del bambino.
50 ORE SENZA INFORMAZIONI – Durante la conferenza stampa dei medici dell’ospedale pescarese si sono vissuti momenti di tensione, quando i familiari dei dispersi in attesa di conoscere il destino dei loro cari, hanno contestato urlando: “Siamo rimasti 50 ore senza informazioni, vergogna!”.
I soccorritori rimangono in constante contatto con le persone ancora intrappolate sotto le macerie dell’hotel. Molti di loro si trovano all’interno di un vano non facile da raggiungere. Secondo i vigili del fuoco, alcune persone si troverebbero nella zona ricreativa dell’albergo, dove c’erano il bar e la sala biliardo.
L’OPERAZIONI DEI VIGILI – I vigili del fuoco si sono serviti di sofisticate strumentazioni in grado di localizzare i cellulari dei dispersi con un elevato grado di precisione. Un altro grande supporto è stato fornito dai cani da soccorso, che hanno individuato il gruppo di superstiti intorno alle 11 del mattino di venerdì.
Dall’esterno non era udibile alcuna voce: lo spesso muro di neve che ostruiva i passaggi ha attutito tutti i suoni dall’interno della struttura. Ad aiutare i soccorsi nelle ricerche c’era anche un manutentore dell’albergo, anche lui sopravvissuto. L’uomo ha indirizzato i vigili del fuoco nelle aree dell’hotel dove si trovavano i clienti prima della slavina, al fine di accelerare le operazioni di soccorso.
Sul posto sono giunti due elicotteri di soccorso, uno della Guardia costiera e uno dei vigili del fuoco, partiti da Pescara con a bordo i medici.
Intanto, in questi giorni l’ospedale di Pescara si è preparato ad accogliere le persone estratte vive da sotto le macerie dell’hotel.
Non sono mancati poi gli appelli lanciati da numerosi residenti e dai sindaci di molti paesi rimasti isolati dopo le intense nevicate degli ultimi giorni. Richieste d’aiuto e soprattutto di mezzi necessari per liberare dalla neve le strade principali e poter raggiungere le frazioni isolate nelle Marche e in Abruzzo.