Il Governo a Bruxelles blocca Poseidon, il gasdotto del Mediterraneo orientale
L'opera dovrebbe portare il gas dai giacimenti al largo di Israele fino alle coste dell'Italia, passando per Cipro e Grecia
Il Governo giallo-verde ha bloccato in sede Ue i lavori per la realizzazione del gasdotto EastMed-Poseidon.
Il progetto da oltre sei miliardi di euro e ritenuto dalla Commissione europea “di interesse comune” avrebbe dovuto portare il gas dai giacimenti al largo di Israele fino alle coste dell’Italia, passando per Cipro e Grecia.
In Italia, il gasdotto dovrebbe approdare a Otranto, in Puglia, a pochi chilometri da Melendugno dove è già in costruzione il tratto finale del Tap.
L’Ue aveva già stanziato circa 100 milioni di euro per gli studi di fattibilità ed era in attesa del via libero definitivo dei Governi dei paesi coinvolti.
Il gasdotto era stato progettato per portare in Europa 15-20 miliardi di metri cubi di gas naturale l’anno per continuare nella diversificazione energetica del continente e ridurre la dipendenza dalla Russia.
Il progetto EastMed-Poseidon aveva ricevuto l’approvazione da parte dei precedenti governi: era stato proprio l’ex ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, a firmare nel 2017 una dichiarazione congiunta con gli omologhi di Israele, Cipro e Grecia.
Entro fine marzo i governi coinvolti nel progetto avrebbero dovuto approvare definitivamente i lavori di costruzione del gasdotto, ma l’Italia ha chiesto di rimandare.
Il ministro dell’Interno Salvini, in visita a febbraio 2019 in Israele, aveva espresso il suo appoggio al progetto, ma per i 5 Stelle schierarsi in favore del gasdotto non è così semplice.
Il Movimento deve già fare i conti con il malcontento degli elettori pugliesi per la Tap (e l’Ilva), per cui approvare una nuova opera destinata ad approdare ancora una volta nella regione sarebbe un duro colpo a livello elettorale.
Prima del voto a Bruxelles, inoltre, più di 30 associazioni hanno inviato una lettera a Conte, Di Maio e al ministro dell’Ambiente Costa in cui chiedevano di bloccare l’opera.
Il ministero dell’Ambiente avrebbe ordinato una nuova valutazione di impatto ambientale.