Gomorra: la produzione della serie condannata per aver pagato il pizzo a un camorrista
Il location manager della celebre serie televisiva è stato condannato per aver pagato il pizzo al clan proprietario di un'abitazione per girare delle scene
La serie televisiva record di ascolti “Gomorra” è finita al centro di un caso che appare a dir poco paradossale.
Nel 2013 alcune scene della fiction sono state infatti girate nella villa del camorrista Francesco Gallo, conosciuto dalla malavita come “O’ Pisello”, al momento detenuto in regime di 41 bis.
Per ottenere la concessione delle riprese nell’abitazione sotto sequestro, la produzione ha pagato 6mila euro di pizzo alla famiglia del clan. Questa è almeno la conclusione a cui è giunto il giudice monocratico di Torre Annunziata.
Il location manager Gennaro Aquino è stato condannato a sei mesi di reclusione (pena sospesa) per favoreggiamento personale.
Per il giudice Gabriella Ambrosino il manager alle dipendenze della società cinematografica Cattleya ha scelto la location e ha consegnato direttamente nelle mani del padre del camorrista recluso una busta con dentro i contanti necessari per usufruire della villa.
Le indagini proseguono anche nei confronti dei produttori della serie che ha spopolato in tutto il mondo. Alcune testimonianze sono state inviate alla Procura per verificarne la veridicità.
Il dubbio che le testimonianze siano false nasce perché la produzione ha negato di sapere che la villa fosse di proprietà del camorrista Gallo, affermando di non essere a conoscenza del fatto che il Aquino pagò il pizzo alla famiglia per la concessione delle riprese.
Dopo la diatriba nata tra i sostenitori della tesi che Gomorra possa far scattare dei meccanismi di emulazione nei giovani seguaci e Roberto Saviano, che invece si difende dicendo che incolpare la fiction è un atteggiamento omertoso, questa vicenda contribuirà forse a far aumentare il carico di critiche negative sulla fiction.
Qui il video di una delle scene girate nella villa del boss Francesco Gallo