La giornata internazionale contro la tortura
Il 26 giugno di ogni anno si svolge la giornata internazionale contro la tortura, proclamata dalle Nazioni Unite nel 1997
“La tortura annulla totalmente la personalità delle vittime e nega la dignità degli esseri umani. Le Nazioni Unite condannano l’uso della tortura, definito come un crimine contro l’umanità secondo la legge internazionale, che è assolutamente proibito e non può essere giustificato in nessuna circostanza”.
La tortura è proibita in tutti i Paesi del mondo, indipendentemente dal fatto che una nazione abbia ratificato i trattati internazionali in cui è dichiarato che l’uso della tortura è proibito.
Il divieto di tortura è assoluto: questo significa che mai un pubblico ufficiale o una persona che agisca a titolo ufficiale può infliggere intenzionalmente dolore o sofferenze gravi a un’altra persona, anche in situazioni di emergenza, quali guerre o catastrofi naturali.
Per questo, il 12 dicembre del 1997, le Nazioni Unite hanno approvato la risoluzione 52/149, con la quale l’assemblea generale ha proclamato il 26 giugno di ogni anno come giornata internazionale in supporto delle vittime che subiscono torture.
“Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamenti o punizioni crudeli, disumani e degradanti”, recita la Dichiarazione universale dei diritti umani, articolo 5.
Nel 2014 Amnesty International ha lanciato la campagna Stop alla tortura, volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità degli abusi di vittime e torture che ancora oggi si verificano nel mondo.
La Convenzione dell’Onu contro la tortura è stata ratificata da 157 Paesi. Ciononostante, “i governi hanno tradito l’impegno a porre fine a questa pratica che comporta la perdita definitiva dell’umanità, che è il segnale di una crisi collettiva fatta di barbarie, fallimenti e paura”, ha denunciato Amnesty International.
Qui sotto un video di Amnesty International per denunciare l’uso della tortura