“Grillini totalitari e Di Maio inadeguato”, lo schiaffo dell’ex braccio destro della Appendino ai Cinquestelle
L'ex collaboratore della Sindaca di Torino ha duramente attaccato il Movimento e il vicepremier
L’x braccio destro della Sindaca di Torino Chiara Appendino, Paolo Giordana (soprannominare “Rasputin” o “Richelieu”) ha rifilato un duro schiaffo al Movimento Cinque Stelle e al vicepremier Luigi Di Maio tramite un lungo posto su Facebook.
“Dopo qualche tempo di esitazione e di silenzio ho deciso di romperlo. Ho avuto la fortuna di conoscere Di Maio personalmente e di discutere di alcune cose concrete faccia a faccia (c’era con lui il fidato Spadafora ed eravamo negli uffici della Camera) – le sue parole -. Ho avuto la netta impressione che, sebbene ci mettesse una buona dose di impegno, fosse strutturalmente limitato, una specie di scolaretto che in quinta elementare pensa di poter dare l’esame di Maturità”.
“Non è possibile affidare la nostra nazione nelle mani di persone così improvvisate, che non si rendono conto del contesto e che non hanno gli strumenti per comprendere la realtà che li circonda”, ha aggiunto.
Il post è molto più lungo e non lascia spazio all’immaginazione: “Di Maio non è uno statista o un politico, è uno che per caso in questo mondo malato senza selezione della classe dirigente si è trovato a rivestire un ruolo ben più grande di ciò che può sopportare, purtroppo montandosi la testa e pensando di essere ciò che non è: il salvatore della Patria. Prima va a casa è meglio è”.
Poi Giordana prende le distanze dalla Torino a Cinquestelle: “Non sono mai stato 5 Stelle e speravo che la componente “civica” (sostenuta anche dal sindaco, vi ricordate quante volte sui manifesti di Chiara c’era il simbolo dei 5 Stelle? Praticamente mai) potesse essere l’inizio di un nuovo cammino per Torino”.
“Alla fine però i 5 Stelle “totalitari” hanno inglobato tutto e gli effetti si vedono. Purtroppo. Ma per il bene di Torino ci sarà ancora una volta (forse l’ultima) possibilità di ricominciare”.
“Per me comunque la questione è semplice trovare persone di buona volontà che siano stufe di subire l’ignoranza, la superficialità e la sciatteria di questi e vogliano impegnarsi- ha aggiunto -. Davvero però non per uno strapuntino o una poltrona. Tutto questo senza vincolo di partito o di parte qui in gioco c’è l’Italia che tra 6 mesi è fallita più della Grecia ed è carne da macello per le multinazionali (ma tanto di questo Di Maio mica se ne accorge, lui pensa all’aeroplanino e a 1 milione di euro restituito al fondo per il microcredito mandando in tv quel sempliciotto di Cabetta)”.
“Le cose – ha proseguito Giordana – che avevo suggerito per gli enti locali di cui avevo parlato anche con Luigi Marattin che necessitano di un po’ di approfondimento e che per Torino vorrebbero dire mal contati una ventina di milioni di euro in più ovviamente giacciono lettera morta. Però le loro priorità sono le pagine dei giornali, solleticare la pancia delle persone e non risolvere i problemi”.
Infine la chiusura: “Per chi si chiedesse il perché di queste parole: la nostra vita è troppo breve per permetterci di pregiudicare con scelte scellerate il destino di milioni di persone che verranno. Lo considero un dovere morale”.