Di cosa sono accusati Tiziano Renzi e Laura Bovoli
Bancarotta fraudolenta e false fatturazioni: l'indagine è coordinata dalla Procura di Firenze
I genitori dell’ex premier Matteo Renzi, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, sono indagati per bancarotta fraudolenta e false fatturazioni nell’ambito di una indagine sul fallimento di tre cooperative.
I genitori di Renzi sono agli arresti domiciliari dalla serata di lunedì 18 febbraio 2019. La notizia è stata data dal Corriere della Sera e poi confermata dall’agenzia di stampa Ansa.
I genitori di Renzi sono accusati di aver “provocato dolosamente il fallimento di tre cooperative dopo averne svuotato le casse ricavando così in maniera illecita svariati milioni di euro”.
Al centro dell’inchiesta, coordinata dalla Procura di Firenze e condotta dalla Guardia di Finanza, ci sarebbero aziende collegata alla società di famiglia Eventi 6.
Agli arresti ci sarebbe anche Gian Franco Massone, vicepresidente di una delle cooperative oggetto di indagine.
Oltre ai genitori di Renzi ci sono altre cinque persone indagate. Tra loro Roberto Bargilli, ex autista del camper di Renzi durante le primarie del Partito democratico del 2012.
Gli altri indagati sono gli amministratori delle cooperative che avrebbero agevolato questo sistema ritenuto illegale dai giudici.
L’indagine era partita da Cuneo per accertamenti sull’azienda Direkta Srl. Gli atti sono poi stati trasferiti a Firenze proprio per i rapporti tra questa società e la Eventi 6.
Nel capo di imputazione, scrive il Corriere della Sera, è specificato che “gli indagati cagionavano il fallimento della società per effetto di operazione dolosa consistita nell’aver omesso sistematicamente di versare i contributi previdenziali e le imposte”.
Duro il commento del legale dei Renzi, Federico Bagattini: “Mai vista una cosa del genere: arresti domiciliari a due persone prossime ai 70 anni per fatti asseritamente commessi al piu tardi nel 2012. Ci riserviamo ogni valutazione sul merito alla lettura completa delle carte”, commenta l’avvocato.
Il post di Matteo Renzi
La notizia è stata commentata da Matteo Renzi con un post su Facebook. “Chi ha letto le carte mi garantisce di non aver mai visto un provvedimento così assurdo e sproporzionato. Mai”, scrive l’ex premier, che ha annullato una conferenza stampa prevista per il 19 febbraio in Senato.
“Arriveranno le sentenze e vedremo se questi due cittadini settantenni, incensurati, sono davvero i pericolosi criminali che meritano – oggi, casualmente proprio oggi – questo provvedimento. Arriveranno le sentenze e misureremo la credibilità delle accuse. Arriveranno le sentenze e vedremo chi è colpevole e chi no. Da rappresentante delle Istituzioni difendo lo Stato di diritto e chiedo a tutti di credere nella giustizia. Da figlio sono dispiaciuto per aver costretto la mia famiglia e le persone che mi hanno messo al mondo a vivere questa umiliazione immeritata e ingiustificata”, prosegue il post.
E ancora: “Se io non avessi fatto politica, la mia famiglia non sarebbe stata sommersa dal fango. Se io non avessi cercato di cambiare questo paese i miei oggi sarebbero tranquillamente in pensione. Dunque mi sento responsabile per il dolore dei miei genitori, dei miei fratelli, dei miei figli e dei miei nipoti”.
“Voglio che sia chiaro a tutti che io non mollo di un solo centimetro”, scrive Renzi. “La politica non è un vezzo personale ma un dovere morale. Se qualcuno pensa che si possa utilizzare la strategia giudiziaria per eliminare un avversario dalla competizione politica sappia che sta sbagliando persona. Non ho mai avuto così tanta voglia come stasera di combattere per un Paese diverso e per una giustizia giusta”.
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