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Al G20 dei giovani per dare voce alla generazione perduta

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Lettera al TPI dei cinque under 30 italiani che parteciperanno al summit giovanile del G20 a Istanbul

I giovani italiani e di altri Paesi dell’Eurozona rischiano di diventare una lost generation. Lo ha detto il Fondo monetario internazionale in un recente rapporto in cui si evidenzia come, nonostante i tentativi dei governi, incluso quello italiano, la crisi economica e l’elevato tasso di disoccupazione abbiano danneggiato in particolare i giovani.

Oltre a essere perduta, la nostra generazione sembra avanzare anche inascoltata verso un futuro non proprio roseo. Perché sono pochi, e ristretti, gli spazi di confronto con chi decide. Bisogna però provare a sfruttarle queste rare occasioni in cui i giovani possono portare le proprie idee all’attenzione dei loro governanti.

Dal 16 al 21 agosto saranno circa cento gli under 30 provenienti dai Paesi del G20 che si incontreranno a Istanbul per partecipare allo Youth20 (Y20), una sorta di gruppo di pressione pensato da e per i giovani con l’obiettivo di influenzare i negoziati del G20. Alla fine del summit giovanile le proposte stilate in ambito Y20 verranno presentate al G20 vero e proprio, prima dell’adozione delle posizioni finali del vertice.

La delegazione italiana, selezionata dall’associazione Young Ambassadors Society (YAS) e dal ministero degli Esteri, è in contatto già da qualche mese con i delegati degli altri Paesi per la preparazione del negoziato vero e proprio a Istanbul.

I temi in agenda sono complessi – dall’impatto delle nuove tecnologie sulla disoccupazione, ai sistemi scolastici e universitari, ai temi legati alla sicurezza e alla pace, come la crisi dei rifugiati e le relazioni con i paesi in via di sviluppo.

Delle questioni che vanno affrontate guardando agli altri cruciali processi di governance globale – come l’adozione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu o il vertice di Parigi sul cambiamento climatico – ed europea – in primo luogo la gestione della crisi nell’Eurozona.

E sarà interessante parlare di tali tematiche in una Turchia che è sempre più al centro del dibattito sui nuovi poli di influenza regionale e sulla sicurezza del Medio Oriente.

La delegazione giovanile ha incontrato a Roma i funzionari ministeriali e i diplomatici che si occupano della partecipazione italiana al G20, con i quali resteranno in contatto per presentare i risultati degli incontri giovanili e per fare un bilancio del G20 2015.

Perché l’impegno della componente Youth non termina con la chiusura degli incontri al vertice, ma continua con il monitoraggio dell’attuazione degli impegni presi dai capi di stato e di governo nel quadro del G20. Impegni non giuridicamente vincolanti, ma che, se restassero lettera morta, svuoterebbero l’intero processo G20 di senso e contenuto.

Sarà possibile interagire con noi su Twitter durante e dopo il summit di Istanbul. Maggiore il coinvolgimento dei giovani, più forte sarà la nostra voce nel negoziare e monitorare la realizzazione di impegni politici che incideranno sul nostro futuro.

Di: Carolina Anselmino, Nicola Del Medico, Letizia Dottorini, Andrea Manera e Marta Prato 



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