È morto a Roma Francesco Lo Coco, 63 anni, ematologo siciliano scopritore di un metodo innovativo per curare la leucemia senza la chemio. A darne la notizia la Società italiana di ematologia.
Brillante mente della comunità scientifica, allievo di Franco Mandelli, il medico si sarebbe tolto la vita, domenica 3 marzo, gettandosi nel Tevere dal Ponte della Musica, a Roma. Quella del suicidio è l’ipotesi avvalorata da Il Corriere della Sera: l’ordinario di Ematologia presso l’università Tor Vergata era uscito per pranzo, stava mangiando a un ristorante quando si è alzato dalla tavola e si è lanciato dal parapetto.
Non si conoscono i motivi del gesto dello scienziato, che non ha lasciato biglietti d’addio.
Lo Coco aveva ottenuto importanti riconoscimenti per le sue ricerche, fra i quali il José Carreras Award, consegnatogli nel 2018 a Stoccolma nel corso dell’ultimo congresso della Società europea di ematologia Eha.
“Con la scomparsa di Francesco Lo Coco, professore di Ematologia all’Università di Roma Tor Vergata, se ne va un amico, con cui ho condiviso molto della mia vita umana e professionale, e una mente geniale, un professionista come ce ne sono pochi”, ha affermato in una nota il presidente della Commissione Sanità del Senato Pierpaolo Sileri.
“Ci ha aiutato a sconfiggere la leucemia fulminante senza chemioterapia. Una scoperta che gli valse tanti premi, un lavoro dedicato agli altri come tutta la sua vita che non solo lo ha ha reso famoso in Italia e all’estero, ma lo ha fatto amare da tutti. La mia fortuna è stata conoscerlo e condividere con lui lavoro e amicizia”, ha concluso.
“Non so perché ora tu non ci sei più. Amavi tanto il nostro Prof, ti auguro di averlo già incontrato, c’era tanto affetto e tanta stima tra voi e certamente se siete di là ora sarete già insieme a progettare”, ha scritto in una nota Marco Vignetti, il presidente del Ginema, il gruppo italiano malattie ematologiche dell’adulto.
“Caro Francesco, ti voglio bene e mi mancherai. Ci mancherai tanto. Avremmo avuto ancora tanto bisogno di te. Ti abbraccio con tutte le mie forze, mi pento per non averlo fatto più spesso prima perché te lo saresti meritato. E ti auguro di essere felice”.