La foto di Di Maio nel bar del tesoriere della mafia che imbarazza il Movimento
Il ministro del Lavoro e il leader dei 5 Stelle in Sicilia sono stati immortalati in compagnia del cognato del presunto boss, Giuseppe Corona
Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo, Luigi Di Maio, è al centro di nuove critiche dopo la diffusione di una foto che lo ritrae nella Caffetteria Aurora di Palermo in compagnia del leader siciliano del Movimento, Giancarlo Cancellieri, e del titolare del bar.
Il problema è che il proprietario del locale è il cognato del presunto boss mafioso, Giuseppe Corona.
La foto è stata scattata in occasione dell’ultima campagna elettorale per le elezioni regionali e ha causato diverse accuse di superficialità nei confronti del ministro del Lavoro.
Il bar in cui la foto è stata scattata è stato sequestrato dopo un blitz delle forze dell’ordine culminato con l’arresto di 28 persone, 4 delle quali condannate ai domiciliari.
A guidare il nuovo clan mafioso che sta cercando di ristabilire il proprio potere nella zona dopo Riina sarebbe lo stesso Giuseppe Corona.
L’uomo, cognato del proprietario della Caffetteria Aurora e ufficialmente impiegato nel locale come cassiere, era già stato condannato a 16 anni di carcere con l’accusa di omicidio e a novembre del 2017 era stato al centro di una nuova inchiesta.
Le indagini avevano collegato il presunto boss ad un giro di scommesse all’ippodromo e avevano portato al blocco della società che gestisce la struttura, che resta tuttora chiusa a causa di infiltrazioni mafiose.
Dalle inchieste, emerge che Giuseppe Corona è stato in grado di riorganizzare il clan, riuscendo ad avere fruttuose relazioni con altri personaggi potenti e ottenendo il denaro necessario per far ripartire la sua organizzazione.
L’inchiesta ha coinvolto anche l’imprenditore Giuseppe Tarantino, che gestiva uno dei bar più rinomati della città, il bar Alba, e l’avvocato Nico Riccobene, che è invece stato condannato ai domiciliari.
Tra gli indagati, anche il figlio del pentito Marco Favolaro, coinvolto nell’omicidio di Libero Grassi, ucciso per essersi opposto alle estorsioni dei mafiosi siciliani.
La foto Di Maio con il presunto tesoriere della nuova mafia siciliana, come detto, ha fatto molto scalpore.
“Può capitare”, ha scritto Maria Elena Boschi su Twitter, condividendo la foto del ministro.
“Ma per una foto simile l’ex ministro Poletti è stato massacrato dalla propaganda M5S. La consueta #doppiamorale grillina. Quando finiranno di usare il web per manganellare gli avversari sarà comunque troppo tardi”.
Il leader grillino dei 5 Stelle fornisce la sua versione dei fatti.
“Non esiste nessuna foto con me e il boss arrestato oggi, ricordo che quel giorno ero con Luigi Di Maio ed ero stanco morto per la campagna elettorale, verso l’una passavamo da quel bar e ho detto: ‘Luigi, entriamo a prenderci un caffè’. E così abbiamo fatto”.
“Appena entrati, il gestore ha detto ‘Che piacere vedervi qui, facciamoci una foto’, e così abbiamo fatto. Noi non permetteremo mai a nessuna organizzazione criminale di infiltrarsi nel M5S.
“Al boss dico: è inutile che vi avvicinate, non faremo mai affari con loro”, prosegue Cancellieri.
“La mafia è una montagna di merda ed è arrivato il momento di cancellarla, oggi mi sono incazzato oggi, ma tanto”.