Lega, slitta la sentenza del Tribunale del Riesame sul sequestro dei fondi del partito
I giudici del Riesame di Genova si sono riservati di decidere sul sequestro dei fondi del Carroccio. L'avvocato della Lega: "I soldi vengono da offerte dei cittadini"
I giudici del Riesame di Genova si sono riservati sulla decisione di sequestro dei fondi della Lega. Lo ha riferito il legale del Carroccio Giovanni Ponti, uscendo da Palazzo di Giustizia poco dopo le ore 10.30.
La sentenza potrebbe slittare a domani, giovedì 6 settembre, dopo la condanna del senatore Umberto Bossi, dell’ex tesoriere Francesco Belsito e di tre ex revisori contabili del Carroccio per la truffa allo Stato sui rimborsi elettorali dal 2008 al 2010, stimata in 49 milioni. Al momento ne sono stati sequestrati circa tre.
“Abbiamo depositato una consulenza tecnica con la quale viene dimostrato che i soldi che la Lega ha in cassa in questo momento sono tutti contributi degli eletti, donazioni degli elettori e del due per mille della dichiarazione dei redditi”, ha detto l’avvocato Giovanni Ponti al termine dell’udienza davanti al Riesame.
“Quindi sono somme non solo lecite, ma che hanno anche una finalità costituzionale perché consentono al partito di svolgere la propria attività e perseguire le finalità democratiche del paese”.
“Dire che sono profitto del reato è un non senso giuridico, dopodiché ci rimettiamo alla decisione del tribunale”, ha concluso.
Gli avvocati della Lega hanno presentato una lista di cittadini che hanno dato un contributo alle casse del partito per dimostrare che i soldi a disposizione attualmente non sono frutto del vecchio finanziamento pubblico ma del nuovo corso del partito.
Il Tribunale del Riesame di Genova deve discutere sul sequestro dei fondi della Lega dopo il rinvio da parte della corte di Cassazione che, ad aprile, ha dato ragione alla procura di Genova sul sequestro “a tappeto” su conti correnti e depositi riferibili al partito, fino a raggiungere i 49 milioni di euro.
Sarebbe questo infatti l’importo della truffa ai danni dello Stato per la quale è stato condannato in primo grado l’ex leader leghista Umberto Bossi insieme all’ex tesoriere Francesco Belsito.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ed esponente leghista, Giancarlo Giorgetti aveva dichiarato che “i soldi che avevamo sono stati presi dalla magistratura, quindi noi non abbiamo più niente, in questo momento”.
“Se il Tribunale del riesame deciderà di requisire tutti i futuri proventi che affluiscono nelle casse della Lega, e che sostanzialmente sono i versamenti dei parlamentari e dei consiglieri, allora il partito non potrà più esistere perché non avrà più soldi”.