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La Lega impiegherà ottant’anni per restituire i 49 milioni di euro

Immagine di copertina
Credit: Afp

Secondo quanto stabilito dal Tribunale di Genova, il Carroccio deve restituire i fondi elettorali, incamerati illegalmente tra il 2008 e il 2010, in rate da 600mila euro all'anno

L’accordo c’è. La Lega restituirà 49 milioni di euro in rate da 600mila euro all’anno.

E alla fine il partito impiegherà quasi ottant’anni per resituire i fondi elettorali che, secondo quanto deciso dal Tribunale di Genova, il Carroccio avrebbe incamerato illegalmente tra il 2008 e il 2010. E che ora, come ha stabilito il Tribunale del Riesame il 6 settembre, dovrà rifondere all’Erario.

La decisione – che, secondo Francesco Cozzi, a capo della Procura di Genova, è la via più percorribile per fare rientrare i fondi nelle casse dello Stato – non ha lasciato indifferenti.

“La #LegaLadrona ha deciso di restituire i soldi spariti in comode rate. Ci metteranno più o meno lo stesso tempo di quello che impiegheranno per rimpatriare i clandestini: 80 anni”, ha scritto su Twitter l’esponente Dem Maria Elena Boschi.

E c’è chi mette in dubbio che il partito possa ancora esistere tra ottant’anni, quando il debito dovrebbe essere forse estinto. “Restituire i 49 milioni sottratti agli italiani con ‘comode’ rate da 600 mila euro all’anno? Vuol dire che la Lega estinguerà il debito tra circa 80 anni. Una bella presa in giro”, ha affermato Stefano Pedica del Pd. “Siamo sicuri che la Lega tra 80 anni ci sarà ancora?”.

Un problema che finora il partito non sembra porsi. “La Lega è immortale, quindi non ci poniamo il problema”, ha detto il deputato e tesoriere leghista Giulio Centemero, rispondendo a Montecitorio alle domande di chi gli chiedeva cosa succederebbe con il risarcimento se il partito dovesse estinguersi prima della fine dei pagamenti. “Continuerà a vivere. Non c’è il minimo dubbio”.

L’accordo sulla resitituzione dei fondi elettorali è stato raggiunto martedì 18 settembre tra gli avvocati della Lega e la procura di Genova.

“Non si tratta di un accordo ma di una istanza da parte della difesa che attiene alle modalità di sequestro preventivo ed eseguibile”, ha precisato Cozzi.

“Abbiamo fatto quello che viene fatto in altre procedure analoghe, laddove agiamo in esecuzione. È un meccanismo che la procura ha già seguito per i crediti erariali, per cui una società può subire sequestro preventivo. Credo che abbiamo raggiunto un punto di equilibrio e perseguito gli interessi dello Stato”, ha aggiunto.

La soglia minima è quella stabilita, ma se il partito dovesse incamerare di più la cifra prelevata dalla procura aumenterebbe.

I soldi, che in realtà sono 46 milioni visto che tre milioni sono stati già sequestrati un anno fa, verranno messi a disposizione su un conto specifico a disposizione della Guardia di finanza.

Al momento nella cassaforte della Lega, secondo quanto sostenuto dai legali del Carroccio, ci sarebbero 130mila euro che verranno subito acquisiti. Il denaro potrà arrivare o dall’affitto di via Bellerio, storica sede milanese del partito, o da quello che la Lega ottiene in altro modo, scritto in bilancio certificato a partire dall’esercizio del 2019.

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