Il Fondo monetario internazionale critica Reddito di cittadinanza e Quota 100
Il timore è che la misura del governo si trasformi in un disincentivo al lavoro
Il Fondo monetario internazionale ha bocciato il reddito di cittadinanza, specificando che si tratta di un incentivo “molto alto, fissato al 100 per cento della linea di povertà relativa in confronto al 40-70 per cento indicato nelle buone pratiche internazionali”.
Anche per il Fmi il timore è che la misura del governo si trasformi in un disincentivo al lavoro: “I benefici sono relativamente più generosi al Sud, dove il costo della vita è più basso con l’implicazione di maggiori disincentivi al lavoro così come di rischi di dipendenza dalla misura di welfare”.
Critiche sono state espresse anche sulla scala di equivalenza, che penalizza le famiglie più numerose: “Sebbene i benefici siano finalizzati ai poveri, quelli aggiunti si riducono troppo rapidamente al crescere dei componenti del nucleo familiare, penalizzando le famiglie più numerose mentre i pensionati sono trattati in modo preferenziale. Controlli adeguati saranno essenziali per un efficace controllo dei destinatari del reddito”.
Non viene risparmiata dalle critiche nemmeno Quota 100: “Aumenteranno ulteriormente la spesa pensionistica, imporranno un onere ancora maggiore sulle generazioni più giovani, lasceranno meno spazio alle politiche di crescita pro-crescita e porteranno a tassi di occupazione più bassi tra i lavoratori più anziani”.
In generale, il Fondo monetario ha anche visto al ribasso la crescita del paese, specificando che “aumentano i rischi di recessione”. “I venti contrari sono aumentati: la crescita dell’area dell’euro rallenta, gli scambi commerciali sono peggiorati e il programma di acquisto (Qe) della Bce è terminato, senza tenere conto dell’aumento dello spread”.
“Gli stimoli fiscali messi in campo dal governo”, continua il Fondo, “potrebbero momentaneamente stimolare la crescita, anche se il forte aumento dello spread potrebbe mitigare tali eventuali effetti benefici nel breve termine e potrebbe provocare un ulteriore indebolimento della crescita nel medio termine”.
L’analisi del Fondo non si ferma qui. “Uno stress acuto in Italia potrebbe spingere i mercati globali in territori inesplorati e si presenta il rischio di ricadute globali e significative”. I tecnici hanno però sottolineato che per il momento il contagio è stato limitato.