Lei si rifiuta di indossare il velo islamico, la madre le rasa i capelli a zero
Dietro il gesto estremo ci sarebbe il rispetto delle tradizioni bengalesi, e non sarebbe legato a motivi religiosi. La 14enne è stata affidata a una struttura protetta
In queste ore sta facendo discutere il caso della ragazza di 14 anni di Bologna, originaria del Bangladesh, che aveva deciso di non indossare più il velo islamico per andare a scuola, sovvertendo così le disposizioni e le tradizioni familiari. Per questa presa di posizione, la giovane ha dovuto subire delle pesanti conseguenze da parte della madre, che le ha rasato i capelli a zero.
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Dietro questo gesto così estremo da parte della mamma bengalese, secondo le prime ricostruzioni, c’è solo un retaggio culturale ancorato alle tradizioni che non permette alle ragazze di essere troppo occidentali o moderne.
Un atteggiamento che ha portato la procura dei minori dell’Emilia-Romagna ad allontanare la ragazza dai genitori. Dai numerosi racconti di chi li conosceva, si evince l’immagine di una famiglia di immigrati normale: documenti in regola, mai una segnalazione per problemi o maltrattamenti in famiglia, né vaghi sospetti di radicalismo religioso.
La vicenda risale al 30 marzo scorso, quando Fatima (nome di fantasia) è arrivata a scuola con un foulard avvolto intorno al capo ed è rimasta così per tutte le ore di lezione. Lei, che una volta varcata la soglia dell’istituto scolastico, era solita toglierlo. Proprio questo gesto inconsueto ha allarmato gli insegnanti, che hanno domandato alla studentessa cosa avesse.
La ragazza è scoppiata in lacrime e si è sfogata raccontato quanto le era capitato.
Da lì è stato un crescendo di solidarietà e di supporto sia da parte dell’insegnante, sia soprattutto da parte dei suoi compagni che hanno deciso di coprirsi il capo con quello che avevano: sciarpe o cappucci della felpa.
Nel frattempo, la professoressa ha avvisato la preside che non ha perso un secondo: ha alzato la cornetta del telefono per avvertire i carabinieri e i servizi sociali che si sono presentati nell’istituto e hanno portato Fatima in una struttura sicura, lontana dalla famiglia.
I genitori, invece, sono stati denunciati dai carabinieri per maltrattamenti in famiglia. La decisione è stata presa dai servizi sociali comunali, come ha riportato il quotidiano Il Resto del Carlino, in accordo con la Procura per i minorenni e la Procura ordinaria, che hanno avviato una serie di indagini e allertato i servizi sociali affinché svolgano tutti gli accertamenti necessari.
Dopo la denuncia da parte della preside, l’intervento dei carabinieri della compagnia di Borgo Panigale, e nel giro di poco, e dei servizi sociali, si è arrivati al provvedimento di allentamento dalla famiglia della 14enne e delle sue sorelle. Un provvedimento provvisorio in attesa che i carabinieri proseguano le proprie indagini coordinate dalla procura dei minori e da quella ordinaria.
Le ragazze, per il momento, sono state accolte in una struttura protetta, anche se la protagonista di questa vicenda ancora tutta da chiarire ha ammesso che, a parte il taglio di capelli drastico, non è mai stata vittima di maltrattamenti da parte dei genitori.
“Il comportamento della scuola è stato esemplare, si sono fatti carico in modo tempestivo della vicenda, che è alquanto dolorosa”, ha commentato il direttore generale dell’ufficio scolastico regionale, Stefano Versari.
Sulla vicenda si è espresso il sindaco di Bologna, Virginio Merola, che ha così replicato: “Se si vuole essere italiani bisogna rispettare le leggi del nostro Paese”. Dura anche la risposta dei vertici della Comunità islamica di Bologna: “Non c’è nulla di religioso nel gesto della madre”, ha spiegato Yassine Lafram, coordinatore della Comunità. “Per la tradizione islamica, qualsiasi forma di imposizione rende l’atto stesso invalidato. Tutte le prescrizioni dell’Islam, dal digiuno del Ramadan all’andare in pellegrinaggio alla Mecca, rientrano in una libera scelta della persona: nessuno può imporle, religiosamente parlando. L’Islam prescrive di preservare la dignità delle persone, non certo di umiliarle”, ha sottolineato Lafram.
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