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Fare soldi vendendo la cacca

Immagine di copertina

Cresce la domanda di letame biologico, maturato con metodi antichi. Si trova da Eataly

“Un giorno mi sono svegliato e ho pensato che la mia era una vita di merda. Abitavo in un appartamento di merda, nel quartiere più merdoso di una città di merda. Quella mattina ho capito due cose: avevo un disperato bisogno di cambiar vita ed era evidente che avessi un particolare talento per la merda”.

A Federico Lodolini, Riccardo Mercati e Alan Dindo (i primi due di professione brand strategist, il terzo fa il creative director), è bastato questo semplice pensiero per trasformare il loro talento in un vero è proprio business.

Il letame biologico, dalla marca eloquente “Real Shit” è reperibile sui raffinati scaffali (nei pressi della toilette, neanche a farlo apposta) di Eataly, nota catena alimentare di prodotti organici.

Ma questa non è cacca come tutte le altre. Ogni barattolo, che viene venduto al pubblico al prezzo di otto euro e novanta centesimi, contiene settecentocinquanta grammi di letame di mucche e galline da allevamenti scelti, invecchiato nove mesi.

È il prodotto ideale per fertilizzare le piante di città. Ma come è venuta in mente questa idea ai fondatori?

“Il nostro concime è 100 per cento letame, maturato secondo i metodi dell’antica tradizione contadina e inscatolato a mano in barattoli di cartone alla portata dei “contadini del terzo piano”, spiegano i fondatori.

“Ci siamo detti: perché un ragazzo che ha qualche pianta aromatica o da orto in casa o sul balcone non può usare il letame per fertilizzarle? Perché è costretto a utilizzare i concimi di sintesi o a non usarne di nessun tipo? Perché viene tenuto all’oscuro di questo segreto contadino? Allora ci siamo attivati per riuscire a ottenere il miglior letame in circolazione e per portarlo nella casa di quel ragazzo.”

Di sicuro l’idea è ironica e originale, ma anche fruttuosa.

“Negli ultimi anni, l’orticoltura hobbistica ha registrato una forte crescita, che pone le basi su tre bisogni principali: riscoprire un rapporto autentico con il cibo, recuperare i valori della tradizione contadina, rendersi il più possibile autosufficienti.”, raccontano i fondatori a The Post Internazionale, “si stima che in Italia il numero di urban farmers sia cinque milioni. Un numero alto e in crescita. Non si tratta solo di un trend passeggero, ma di un vero e proprio fenomeno culturale.”

Numeri da capogiro insomma, basati sul bisogno di tornare alle origini, sfruttando anche il letame, che da materiale di rifiuto per eccellenza, sta diventando oggetto di una domanda in costante crescita.

La natura biologica del prodotto sembra faccia la differenza: “I letami non sono tutti uguali. Appena ci siamo resi conto di questo abbiamo cercato di ottenere il miglior prodotto possibile”, precisano i fondatori, per i quali il successo del letame biologico è strettamente collegato alla richiesta crescente di prodotti bio.

La materia prima proviene da allevamenti non industriali e la maturazione è fatta nel rispetto dell’antica tradizione contadina dei “cumuli di letame”: il letame viene lasciato maturare nove mesi, durante i quali viene ribaltato almeno sette volte.

Real Shit è destinata a crescere in futuro, andando a competere con quei concorrenti che producono concimi chimici: “Il nostro obiettivo è creare una piattaforma di prodotti, in linea con la filosofia che abbracciamo, in mercati diversi rispetto a quello attuale. La grande ambizione di Real Shit è di arrivare nella Grande distribuzione organizzata (Gdo), in modo poter diventare una concreta alternativa ai concimi di sintesi.”

“Chi ha la possibilità di andare a prendere il suo letame maturo in campagna non ha bisogno di noi. Per quelli che non possono c’è Real Shit.”

Dentro questa geniale idea c’è la dimostrazione che quando si hanno capacità e intraprendenza, si può vendere di tutto.

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