“Con la famiglia patriarcale i bambini erano meno aggressivi”: frase shock su un libro per insegnanti di sostegno
La denuncia a TPI di una docente: "Siamo nel 2019 e in quel testo non si fa che stereotipare un concetto di famiglia assolutamente superato”
“Se oggi assistiamo a un dilagare di comportamenti aggressivi o comunque devianti, ciò è dovuto in gran parte alla perdita di importanza della famiglia, perdita di importanza dovuta a diversi fattori come la scomparsa della famiglia patriarcale, la mobilità sociale, i fenomeni legati al mondo del lavoro e all’urbanizzazione: quando i bambini venivano educati nell’ambito di una famiglia estesa e sotto l’influenza di modelli culturali omogenei, essi erano assoggettati a pressioni più forti di conformità sociale di quanto non avvenga oggi”. La frase si legge su un testo di preparazione per insegnanti che si apprestano a sostenere il concorso per docenti di sostegno, il cui bando è stato indetto lo scorso 21 febbraio.
Insegnare domani – Sostegno. Edizione 2016. Capitolo sullo sviluppo del bambino. Insegnare domani è un testo specialistico, curato da due esperti del settore, Dario Ianes e Sofia Cramerotti, e tratta di bisogni educativi speciali legati spesso alla disabilità. Come si legge nella descrizione del libro, il testo è scritto dai “maggiori esperti nel settore della didattica curricolare e speciale” e affronta “alcuni temi teorico-metodologici generali relativi alla didattica”.
A denunciare l’episodio a TPI è un’insegnante che ha acquistato il testo su consiglio di alcuni colleghi: sulla scia degli ultimi casi che hanno visto frasi sessiste su testi per bambini delle elementari, ha deciso di segnalare la vicenda. “Mi sono imbattuta in quella frase e mi sono subito confrontata con amici e colleghi: ‘Vi prego, ditemi che ho frainteso'”, ha detto la donna.
E, no, l’insegnante alle prese con il concorso 2019 non ha frainteso nulla: la frase riportata da Insegnare domani lascia intendere piuttosto esplicitamente che tra i maggiori problemi legati ai comportamenti dei giovani di oggi c’è la perdita del valore della famiglia. Perdita da attribuirsi alla fine della famiglia patriarcale, quella composta da madre, padre e figli, in cui il potere e l’autorità si concentrano nelle mani dell’uomo.
“Avrei potuto capire se ci fosse stato scritto che i bambini di oggi potrebbero soffrire per la poca presenza dei genitori, ma in quelle righe c’è scritto tutt’altro. Siamo nel 2019 e in quel testo non si fa che stereotipare un concetto di famiglia assolutamente superato”, ha aggiunto. “Anche la frase sulla mobilità sociale mi ha lasciata decisamente perplessa”, ha detto ancora.
“Io voglio credere nella buona fede. Voglio credere che, per sintetizzare, siano state scritte frasi alquanto fraintendibili”, ha detto ancora. “Voglio credere che gli insegnanti di domani non la pensino esattamente come scritto in queste righe. Perché la famiglia patriarcale ha creato danni atavici che sfociano nei cosiddetti femminicidi. E tanto altro ancora. Ma forse era meglio prima. In fondo venivano uccise meno donne. Si stava meglio”.
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