Lo scandalo dell’ex cinema Metropolitan di Roma simbolo dell’immobilismo nella capitale
Il progetto di riqualificazione dell'ex Metropolitan in via del Corso è pronto da anni, ma il Comune resta a guardare e 60 persone rimangono senza lavoro
L’edificio ha accompagnato più di un secolo di storia della città: costruito nel 1909 come grande magazzino, nel 1911 è diventato il Cinema Teatro Americano per cambiare nome in Metropolitan dopo la ristrutturazione del 1948. Il cinema era costituito da un’unica sala da 1.600 posti comprendente una platea e due gallerie, nel 2000 completamente demolito e trasformato in multisala.
Prima della chiusura il cinema si distingueva per la proiezione di spettacoli in lingua originale – in una delle sale -, che però non rispondeva più alle esigenze del mercato ed ha iniziato la sua discesa verso la conclusione dell’attività. Così da dicembre 2010 l’edificio è abbandonato ed è principalmente un riparo per chi non ha fissa dimora.
Negli ormai sette anni che sono trascorsi dalla chiusura non sono mancati progetti per riconvertire uno degli angoli di Roma che accolgono chi si avvicina al centro storico. Nel luglio 2014 la giunta Marino ha valutato e approvato dopo aver acquisito i pareri di Municipio, Ministero dei Beni Culturali, Sovraintendenze e vigili del fuoco il progetto della nuova proprietà per riqualificare l’area.
L’iniziativa prevede la riapertura del cinema con una sala da 99 posti, a disposizione del comune per un mese l’anno, accanto a uno spazio commerciale destinato a un negozio monomarca. Nel progetto la proprietà si impegna a dare lavoro a 60 persone nello spazio commerciale e prevede il versamento al Comune di oneri per un totale di 6,7 milioni di euro, da reinvestire per la riqualificazione del patrimonio artistico della città.
Nonostante la delibera della giunta e l’assenza di vincoli storici o tutele di bene culturale o paesaggistico da tre anni il progetto attende l’approvazione del Consiglio Comunale, dove si discute sullo spazio destinato all’attività commerciale.
Dal 2010 diverse associazioni di cittadini hanno rivolto appelli e petizioni per sollecitare l’intervento delle autorità e restituire al pubblico una parte sensibile del Tridente e del centro storico. Lo stesso ex assessore all’Urbanistica della giunta Raggi, Paolo Berdini aveva promesso l’inizio dei lavori di ristrutturazione. Tuttavia il progetto rimane ancora fermo, impedendo la riqualificazione di un’area diventata uno dei simboli del difficile momento attraversato dalla città.
POST SPONSORIZZATO