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Home » News

Come prepararsi all’esame di avvocato, alcuni consigli utili

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Sono tanti coloro che tentano la strada dell'avvocatura, dopo la laurea in giurisprudenza e la pratica forense, ma in pochi passano l'esame. Ecco alcune dritte e consigli da parte di chi lo ha già superato.

Esame avvocato | Come si diventa avvocati in Italia | Corsi di preparazione | Consigli utili | Cosa studiare 

Ogni anno nel mese di dicembre migliaia di laureati in giurisprudenza affrontano, dopo una lunga pratica, l’esame di avvocato, che viene superato soltanto da pochi partecipanti.

L’edizione di quest’anno prevede nuove modalità di svolgimento senza l’ausilio dei codici annotati con la giurisprudenza. L’Italia è il terzo paese europeo per concentrazione di avvocati. In media sono presenti 4 avvocati ogni 1000 abitanti. E tra le regioni il primato spetta alla Calabria.

Anna Fittante, avvocato, dottoranda di ricerca in Diritto e Impresa presso l’Università LUISS Guido Carli ha raccontato a TPI come prepararsi al meglio per sostenere l’esame di stato di abilitazione all’esercizio della professione forense.

Come si diventa avvocati in Italia?

In Italia, il percorso per conseguire l’abilitazione all’esercizio della professione forense è molto lungo. 

La laurea in giurisprudenza è solo il primo step. Per sostenere l’esame è, infatti, necessario proseguire gli studi e contestualmente svolgere un periodo di pratica di almeno 18 mesi presso uno studio legale.

L’esame consta infatti di due parti: occorre superare una prova scritta basata sulla redazione di un parere di diritto civile e uno di diritto penale, nonché di un atto giudiziario, a scelta del candidato, di diritto civile, penale o amministrativo. Chi ottiene il punteggio minimo previsto per ciascuna prova, potrà sostenere l’esame orale.

Nei mesi che precedono la pubblicazione dei risultati delle prove scritte, i candidati devono mantenere alta la concentrazione e approfondire le materie scelte per l’interrogazione finale. Diversamente da quanto possa sembrare, non è uno studio finalizzato unicamente al conseguimento del titolo.

La formazione personale è un investimento da fare indipendentemente dall’abilitazione forense. Avere un quadro prospettico più ampio, così come rafforzare le proprie competenze è sicuramente utile nel contesto dell’attività lavorativa.

Negli anni successivi alla laurea, frequentando da praticante e da stagista le aule dei Tribunali, ho capito quanto sia necessario affiancare l’esperienza pratica all’approccio teorico. Ciò che tuttavia consente di distinguersi è una solida preparazione.  L’approfondimento richiede molto impegno, ma premia non solo nell’ottica del superamento dell’esame, ma anche dell’attività professionale.

L’impegno mi ha permesso non solo di conseguire il titolo, ma anche di ottenere il miglior punteggio tra i candidati iscritti presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati della città di Lamezia Terme.

Quali consigli potrebbe dare a un aspirante avvocato?

Può risultato scontato ma, come ho già sostenuto, occorre principalmente studiare.

La redazione di pareri e atti giudiziari richiede non solo una discreta abilità nella scrittura, ma soprattutto una solida conoscenza dei principali istituti del diritto civile e del diritto penale (nonché del diritto amministrativo per chi seleziona questa prova). È dirimente individuare il metodo giusto per impostare lo studio individuale delle materie oggetto d’esame.

Fondamentale è inoltre imparare a ragionare sulle tracce che vengono sottoposte ai candidati. Serve, pertanto, apprendere le tecniche di redazione ed esercitarsi molto.

Un buon corso per la preparazione dell’esame può fare la differenza. 

Lei ne ha frequentato uno?

Io ho scelto il corso organizzato e gestito da Vincenzo Davide Greco e Domenico Pittella, che mi è stato di grande aiuto.

Come è strutturato?

I fondatori sono due giovani: Vincenzo Greco, dottore di ricerca, avvocato e vincitore del concorso per magistrato ordinario, nonché di quello notarile; Domenico Pittella, dottore di ricerca, avvocato e docente universitario.

Il contesto stimolante della scuola mi ha permesso di migliorare il mio approccio alle questioni di diritto da risolvere nelle tracce e di appassionarmi ulteriormente allo studio e alla ricerca.

Inoltre, il clima amichevole che si instaura con i docenti mi ha consentito di trascorrere più serenamente i mesi precedenti lo svolgimento delle prove.

L’organizzazione è poi un altro punto di forza. 

Cioè?

Dal mio punto di vista, un buon corso deve garantire un contatto diretto tra docenti e studenti. Le prove di esame sono infatti molto complesse, impongono la soluzione di questioni giuridiche oggetto di discussione in dottrina e in giurisprudenza ed è pertanto necessario un continuo confronto.

I docenti della scuola che ho frequentato correggono personalmente le prove e si soffermano sui punti di forza e sui punti di debolezza degli allievi, veicolando in tal modo lo studio individuale.

Lei esercita la professione di avvocato?

Attualmente mi sto dedicando all’attività di ricerca. Le lezioni di dottorato mi permettono di proseguire gli studi e di approfondire tematiche di grande interesse scientifico.

Ho frequentato per qualche periodo l’Università di Heidelberg per conoscere il punto di vista della dottrina tedesca. Entrare in contatto con la comunità scientifica internazionale è stato per me molto entusiasmante.

Sto inoltre preparando alcuni concorsi pubblici e ho riconfermato la mia fiducia nei confronti della scuola Greco-Pittella, per affrontare al meglio le prove, frequentando i loro corsi.

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