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“Ho provato a non cadere nella droga ma a Tor Bella Monaca trovi l’eroina sotto casa”: la storia di Sara

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Eroina Tor Bella Monaca | “Ti porta ad allontanarti da tutto, non conta più niente, fondamentalmente non conti neanche tu, perché ti stai ‘ammazzà. La dipendenza da eroina si era portata via tutto, interessi, stimoli. Stai a contatto con tante sostanze e poi alla fine conosciuto quella, la zona dove abito è particolare, e con quella ci sono cascata con tutte le scarpe. La cocaina l’ho conosciuta sui 20 anni, ma è diverso, con l’eroina ho conosciuto l’inferno”.

Sara, 31 anni, anche lei ospite della comunità terapeutica di Palombara Sabina, in provincia di Roma, racconta a TPI della dipendenza da eroina. Nata e cresciuta a Tor Bella Monaca, un quartiere di Roma tristemente noto come piazza di spaccio, Sara è entrata in contatto con la sostanza 4 anni fa. Ora è in comunità da due mesi e ha appena iniziato il percorso di recupero.

Quella di Palombara è una comunità molto piccola, incastonata nel verde, circondata da uliveti. Il verde domina il paesaggio, la città e i problemi sembrano molto lontani. C’è quiete, silenzio. E tempo.

“Mi ha portato a fare cose terribili. Ho fatto una rapina, insieme a un’altra persona. Quest’uomo lo faceva di mestiere. Per me era una cosa impensabile. Non pensavo mai di arrivare a fare una cosa del genere, mi vergogno proprio tanto. Ma anche lavorando non ce la fai. Io finivo lo stipendio in una settimana e non prendevo poco. 1.400 euro finivano in una settimana. Certe volte nemmeno mangi, se devi scegliere tra mangiare e prendere la sostanza, preferisci l’eroina.

Volevamo provare cosa faceva, dicevo ‘provi una volta’. Ma una volta non è.

Che effetto fa?

Se stai preoccupato, hai problemi, ti avvolge. Ti piace, purtroppo è così. Continui a farlo e vai sempre alla ricerca delle prime volte perché poi non ti fa più effetto. Inizialmente lo facevo con gli amici, abitavo per conto mio con amici, amiche. Ci sballavamo insieme. Poi però si sviluppa questa parte dentro di te della dipendenza e lo fai da solo. La giornata gira intorno a come procurarti la dose giornaliera e basta.

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Ha influito vivere a Tor Bella Monaca?

Tor Bella Monaca è una zona dificile. Ci sono moltissimi punti di spaccio. Io, nata e cresciuta lì, da piccola non avevo problemi però poi è stato difficile non caderci. Non hai nemmeno il problema di doverti imbarcare chissà dove per procurarti la droga. Qui, un minuto, esci di casa.

Ma vivendo lì non hai pensato di non voler fare una brutta fine?

Personalmente a me fa molto strano perché quando ero piccola ero molto convinta vedendo certe situazioni, la schifavo quella sostanza. Però la vita poi è imprevedibile. Sono stata debole, fragile. Ormai ero già entrata nel mondo delle sostanze, la paura è andata a scemare.

Pensavi di averne una sorta di controllo?

Sì, hai la presunzione di dire ‘tanto io ce la faccio’, è solo per questa volta. Credevo di avere la forza di dire “no” ad altre sostanze. Ma con l’eroina sono arrivata a farlo tutti i giorni. Adesso la odio quella sostanza, ci sto male. Mi ha rovinato la vita.

In tre anni.

Sì, subito. La sostanza è pericolosa. Come la cocaina.

E i tuoi genitori?

Per me è stato molto difficile parlargliene però quando è venuto fuori mi sono stati molto vicino. È stata una grande fortuna avere la famiglia. Non tutti hanno questa fortuna.

Sei mai andata in overdose?

No, mai. Però ci sono stati un paio di episodi che mi hanno spaventata. Mi sono svegliata di notte di soprassalto facendo un respiro profondo come se avessi finito l’aria. Ho pensato che se non mi fossi svegliata ci sarei rimasta, perché è quella l’overdose.

Come hai deciso di venire in comunità?

EÈ come se si fosse accesa una luce. Un giorno mi sono guardata allo specchio e mi sono vista proprio tossica, secca, scavata in volto. Mi è venuto un attacco di panico. Mi sono fatta due conti: ho 30 anni, sono 3-4 anni che sto così, se non mi muovo adesso, faccio la fine di persone che ho visto quando ero piccola.

Ricordo come era bella la vita prima della dipendenza. Come mi sentivo libera.

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