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In Italia è tornata di moda l’eroina, ed è più pericolosa che mai 

Immagine di copertina
Credit: Spencer Platt

In Italia nel 2016 sono stati registrati 280mila consumatori di eroina. Il numero continua ad aumentare, mentre le modalità di utilizzo sono cambiate rispetto al passato. Che grandezza ha il fenomeno oggi in Italia?

L’immagine di una siringa sporca di sangue infilata in un braccio ‘bucato’ sembra venire fuori dagli anni Settanta, quando nei parchi delle città, nelle periferie, nelle stazioni, era assai ricorrente imbattersi in gruppi di ragazzi che si ‘passavano’ le siringhe, barcollando come zombie.

Per anni l’eroina, considerata la droga dei disperati, degli ultimi della società, è stata messa in disparte, preferendogli sostanze come la cocaina o le nuove droghe sintetiche, anche per la sua diretta correlazione con l’aumento dei casi di Aids, pur non scomparendo mai del tutto.

Negli ultimi mesi, o forse negli ultimi anni, capita però sempre più spesso di sentire o leggere la frase “l’eroina è tornata”. Cosa c’è di vero in questa affermazione e soprattutto che dimensioni ha il fenomeno?

Quanti sono i consumatori di eroina in Italia?

Partiamo prendendo in considerazione un dato: i consumatori di eroina in Italia nel 2016 risultano essere 280mila, contro i 595mila utilizzatori di altre sostanze come ecstasy, LSD, anfetamine. Cifre ben distanti dai 6,2 milioni di consumatori di cannabis e il milione di consumatori di cocaina. I consumatori di eroina nel 2015 erano stati stimati in 205mila.

Pur rimanendo la sostanza meno utilizzata dagli studenti italiani, l’eroina segna un incremento tra i giovani che riferiscono di averla provata almeno una volta nella vita. Tra il 2006 e il 2015 la percentuale era diminuita, per poi risalire nel 2016, con circa 37mila studenti che ne hanno fatto uso, anche occasionale.

Nonostante la diffusione di nuove sostanze, la maggior parte di coloro che si rivolgono ai Servizi per le Dipendenze, è in cura per uso di eroina ed ha un’età media di 39 anni. Nei SerD, nel 2016 nel complesso gli assistiti sono stati 143.271. La maggior parte dell’utenza è di genere maschile, in cura per uso di eroina, e ha tra i 30 e i 54 anni. Il 68,1 per cento del totale è costituito dai consumatori di eroina, 100.448 persone in tutto.

Considerando l’andamento temporale del numero di decessi per droga osservato negli ultimi 10 anni, si può notare che la mortalità in Italia è diminuita. La maggior parte dei decessi però restano correlati al consumo di oppiacei, principalmente eroina. Nel 2016 sono stati osservati 266 decessi per droga, e nel 73 per cento dei casi la droga in questione è stata l’eroina.

Lo stesso dato è riportato dal Country drug report 2017 dell’European monitoring centre for drugs and drug addiction, secondo cui l’eroina è la droga a più alto rischio di mortalità.

“I dati ufficiali dicono che negli ultimi 7-10 anni si è assistito a una riduzione e a una stabilizzazione del consumo di eroina. Ma coloro che diffondono questi dati, il Ministero, sono gli stessi che fanno le policy sanitarie di prevenzione. Il rischio è che i numeri si possano sottostimare. Ci sono altri dati, quelli delle strutture sanitarie e dati aneddotici che confliggono, in parte, con quelli ufficiali e che fanno pensare che il fenomeno, più che scomparso o ridotto, sia semplicemente sommerso. I dati ufficiali dipendono da alcune variabili come la quantità di eroina sequestrata da parte delle forze dell’ordine, i decessi per overdose e il numero di pazienti in cura presso i centri per le dipendenze. Ma questi dati non possono essere esaustivi”, spiega a TPI Alessandro Vento, psichiatra e dirigente medico Asl Roma C – Centro di Salute Mentale.

L’eroina è tornata. O meglio non se n’è mai andata, ma è diventata più letale

L’eroina non è mai scomparsa. Ha solo cambiato volto. “Come anche gli altri oppiacei, è stata nettamente potenziata a livello di principi attivi e nonostante possa essere vista come socialmente meno problematica o meno invasiva rispetto all’assunzione tramite siringa, provoca comunque danni neurologici e dipendenza molto più pesanti rispetto a 15 o 20 anni fa. Dieci morti per overdose negli ultimi 3 mesi in Veneto è un dato importante. Rispetto al 2015, nel 2016 a San Patrignano abbiamo accolto il 20 per cento in più di ragazzi in comunità. L’età media è scesa dai 29 ai 28 anni in un solo anno. Il primo contatto con le droghe avviene intorno ai 14 anni”, spiega Antonio Tinelli, presidente della comunità di recupero di San Patrignano.”L’aumento delle morti da eroina è la risultante anche di una politica che ha smesso di fare prevenzione. Investendo meno su questo, disimpegnandosi contro il fenomeno, l’emergenza è tornata. Nel periodo che stiamo vivendo vi è un chiaro ritorno alla diffusione delle droghe”, prosegue Tinelli.

Come sono cambiate la modalità di consumo e quanto costa sul mercato italiano

La modalità del consumo di eroina è cambiata negli anni, passando da una somministrazione prevalentemente per via endovenosa negli anni Ottanta e Novanta, a un consumo inalatorio. “Oggi l’eroina si sniffa o si fuma e i consumatori abituali ne fanno un poliabuso, cioè la usano insieme ad altre sostanze come alcolici, ecstacy, cocaina o altre droghe sintetiche. L’eroina negli anni è stata resa socialmente più accettabile, e tra i suoi consumatori ci sono sia coloro che appartengono a uno status socio-economico elevato, sia i meno abbienti”, spiega Alessandro Vento.

“Negli ultimi anni, per diffondere più capillarmente l’uso di droghe, le reti di spaccio hanno abbassato i prezzi di tutte le sostanze e l’eroina rientra in questo trend. Oltre al prezzo sono state ridotte le dosi, immettendo sul mercato le cosiddette microdosi, e di conseguenza la purezza. E oltre ai prezzi si sono abbassate le età dei consumatori. Sono sempre più gli adolescenti e i giovani adulti a consumarla. Parallelamente al consumo di eroina, si stanno diffondendo anche oppioidi di sintesi, con effetti simili all’eroina, ma creati in laboratorio, e certamente più economici”, spiega ancora a TPI Alessandro Vento secondo cui il consumo ripetuto di eroina, uno dei più pericolosi, porta a una sindrome cronico-recidivante che crea dei cambiamenti nel cervello. Oggi l’eroina in dosi da meno di un grammo può costare circa 30 euro, e anche meno.

Lo spaccio di eroina a livello capillare nelle città è gestito prevalentemente da immigrati nordafricani, arriva in Italia dall’Afghanistan attraverso la rotta balcanica, principalmente via mare, ma anche, in misura minore, via terra.

L’eroina risente della situazione contingente in Afghanistan, maggior produttore della sostanza. Ad esempio nel 2001, dopo l’avvio della guerra contro il regime e l’arrivo delle truppe straniere nel paese, la produzione di oppio è calata vertiginosamente, per poi ricominciare a salire gradualmente dall’anno successivo, per poi toccare i picchi massimi dopo il 2014. Solo dal 2015 al 2016 l’incremento nella produzione è stato del 43 per cento. A riportare questi dati è l’Unodc, l’Ufficio dell’Onu per il controllo delle droghe.

“In questi anni il marketing della criminalità organizzata ha lavorato molto bene, si è resa conto su cosa puntava lo stato per prevenire l’uso di droghe, ovvero puntare l’attenzione sulla diffusione di aids, epatite c, sulla descrizione di una emarginazione sociale dei tossicodipendenti, dipinti come malati, relegati ai margini della società, a rischio crimini e galera. Sdoganare questi aspetti ha comportato un cambio nelle modalità di fruizione e l’eroina ha smesso di essere iniettata tramite siringhe ma ha iniziato ad essere inalata. Un uso percepito come meno rischioso ma che nella realtà non è assolutamente meno pericoloso”, spiega Tinelli di San Patrignano, che fornisce a TPI un dato a conferma di questa tesi: il 68 per cento dei ragazzi presenti in comunità non ha mai usato siringhe pur avendo usato eroina. L’eroina è la terza droga per diffusione usata dai ragazzi della comunità, dopo cocaina, al primo posto e cannabis.
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