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Home » News

La prova che l’epoca in cui viviamo è la migliore di sempre

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Quattro grafici mostrano quanto siano migliorate le condizioni economiche, sociali e civili della popolazione mondiale dall'inizio dell'Ottocento a oggi

Se ci facessero a bruciapelo la domanda “secondo te il mondo sta migliorando rispetto al passato?”, forse molti di noi sarebbero portati a rispondere un tiepido “non tanto”.

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Sono molti i sondaggi che confermano questa frase, espressione di quella tendenza un po’ nostalgica a pensare che il modo vada costantemente a rotoli, e che il passato è un’epoca più desiderabile del presente.

Eppure la popolazione mondiale, nonostante le brutture che vive nell’epoca attuale, non ha mai vissuto meglio di così sotto molti punti di vista, dalla povertà alla libertà, dall’alfabetizzazione alla mortalità. 

Ecco una serie di grafici che mostrano quanto siano migliorate le condizioni dell’umanità dall’Ottocento a oggi. 

POVERTÀ

Dall’Ottocento a oggi la percentuale di persone che vivono sotto la soglia di estrema povertà è diminuita notevolmente, passando dal 92 per cento del 1850 al 9,6 per cento del 2015. Per povertà estrema si intende il vivere con meno di 1,90 dollari al giorno.

Si tratta del livello di povertà relativa, corretta alla luce della variazione dell’inflazione negli anni. Nei primi anni dell’Ottocento solo una piccola élite godeva di elevati standard di vita, mentre la stragrande maggioranza della popolazione era ai limiti della sussistenza.

Nel 1950 i tre quarti del mondo viveva ancora in condizioni di estrema povertà; nel 1981 la quota era ancora del 44per cento. Oggi, sebbene sia ancora troppo grande, la quota di popolazione costretta a vivere sotto la soglia di povertà è scesa al di sotto del 10 per cento.

Questo dato può considerarsi senza dubbio una conquista della società moderna, soprattutto se si considera che la popolazione è cresciuta di 7 volte negli ultimi due secoli. 

ALFABETIZZAZIONE 

Questo grafico evidenzia come la percentuale della popolazione mondiale alfabetizzata nel corso degli ultimi due secoli sia cresciuta enormemente. In passato solo una piccola élite era in grado di leggere e scrivere, mentre oggi rappresenta la quasi totalità della popolazione.

Si tratta di una conquista molto recente, se si pensa che solo dal 1970 in poi è stata superata la soglia del 50 per cento degli alfabetizzati. 

Nel 1820 solo una persona su 10 era alfabetizzata. Oggi 8 persone su 10 sanno leggere e scrivere.

Attualmente ci sono 5,4 miliardi di persone di età superiore ai 15 anni, di cui l’85 per cento sa leggere e scrivere, ovvero 4,6 miliardi di persone. Nel 1800 erano meno di 100 milioni le persone che erano capaci di farlo.

MORTALITÀ INFANTILE 

Uno dei motivi per cui siamo spesso portati a sottovalutare le conquiste della moderna società è il fatto che non abbiamo contezza di quanto male si viveva nel passato, in particolare a causa della mortalità provocata da malattie che oggi, alla luce delle nuove tecnologie e della medicina moderna, non rappresentano più una minaccia.

Nel 1800 le condizioni di salute erano tali che circa il 43 per cento dei neonati di tutto il mondo moriva prima di compiere 5 anni.

L’alfabetizzazione, le scoperte scientifiche e le migliori condizioni igienico-sanitarie e alimentari hanno contribuito a innalzare notevolmente la soglia dei bambini che riuscivano a sopravvivere oltre i 5 anni, che nel 2015 ha raggiunto quota 95,75 per cento. 

LIBERTÀ 

Come la povertà, la mortalità e l’alfabetizzazione, anche la libertà politica e le libertà civili sono indicatori dello sviluppo di una popolazione. Spesso oggi i cittadini dei vari stati, sono portati – a ragione – a percepire un calo delle libertà in determinate circostanze, ma se si paragona la situazione attuale al passato, ci si accorge che in realtà le società non hanno mai goduto di tanta libertà. Abbiamo solo alzato l’asticella con cui giudicare il grado di libertà, alla luce delle numerose conquiste civili e sociali fatte fino ad oggi.

Per avere una stima più oggettiva del grado di libertà della società, questo grafico ha preso in considerazione valori numerici per misurare con lo stesso criterio in tutti i paesi e nel corso del tempo.

I regimi politici presi in considerazione sono misurati su un indice che va da +10 (democrazia totale) e -10 (autocrazia totale), a cui si aggiungono i paesi dominati da un impero coloniale. Per anocrazie si intendono invece quei regimi “ibridi” che non sono né autocrazie né democrazie. 

Il grafico mostra la percentuale di persone che hanno vissuto sotto i diversi tipi di regimi politici nel corso degli ultimi due secoli. Nel corso del diciannovesimo secolo più di un terzo della popolazione viveva sotto un regime coloniale e quasi tutti gli altri sotto un regime autocratico.

Nonostante ci sia stata un’espansione della libertà politica dalla fine dell’Ottocento, nella prima metà del Novecento si è assistito a un nuovo periodo di regimi autoritari, che si è protratto fino alla Seconda guerra mondiale.

Ora più della metà delle persone vivono in una democrazia e la stragrande maggioranza di coloro che vivono in un’autocrazia, 4 persone su 5, vive in un solo paese autocratico: la Cina.

Il grado di tutela dei diritti umani è difficile da misurare in modo oggettivo nel tempo. I dati empirici mostrano che dopo un periodo di stagnazione, le libertà civili sono sensibilmente migliorate a livello mondiale nel corso degli ultimi tre decenni.

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