Ricordando Enzo Biagi
Il 9 agosto 1920, 98 anni fa, nasceva il celebre giornalista italiano Enzo Biagi
“Avrei fatto il giornalista anche gratis: meno male che i miei editori non se ne sono mai accorti”.
Il 9 agosto 1920 nasceva a Pianaccio di Lizzano in Belvedere, un villaggio nelle montagne dell’Appennino emiliano, il celebre giornalista italiano Enzo Biagi, ancora oggi considerato un simbolo del giornalismo italiano e della libertà di informazione.
Sin da quando aveva 18 anni Biagi iniziò a lavorare come reporter per testate locali. Nel settembre del 1943 decise di combattere contro i fascisti e si unì al movimento partigiano. Non aderì mai ad alcun partito, ma rimase sempre fortemente ancorato ai valori antifascisti e alla lotta per la libertà d’espressione.
Alla fine della guerra, riprese a lavorare come giornalista. Fece presto carriera e nel 1952 divenne il direttore del settimanale Epoca. Si dimise otto anni dopo, nel 1960, e l’anno successivo divenne il direttore del Telegiornale Rai.
Nel 1963 fondò RT-Rotocalco Televisivo, il primo programma di questo genere della televisione italiana. Fu la prima trasmissione a parlare esplicitamente di mafia e, durante uno dei servizi, Biagi sfidò l’omertà tipica dell’epoca e fece i nomi dei famigerati boss mafiosi Salvatore Riina e Bernando Provenzano.
Dopo numerose collaborazioni con giornali e reti televisive, dal 1995 al 2002 Biagi è stato autore e conduttore del programma Il Fatto. Oltre alla sua carriera televisiva, Biagi è stato anche uno scrittore prolifico. Nell’arco della sua vita ha scritto oltre 80 libri, che hanno venduto più di 12 milioni di copie in totale.
Nell’aprile del 2002, all’indomani della nomina dei nuovi dirigenti della Rai, Silvio Berlusconi – all’epoca presidente del Consiglio – attaccò duramente Enzo Biagi, definendo il suo programma “un uso criminoso della televisione pubblica” e augurandosi che la nuova dirigenza non gli rinnovasse il contratto. Il commento – che prendeva di mira anche i giornalisti italiani Michele Santoro e Daniele Luttazzi – divenne noto come editto bulgaro e fu considerato un esplicito attacco alla libertà di stampa.
In seguito a quell’episodio e alle pressioni ricevute, Biagi fu costretto a interrompere la sua trasmissione e fu allontanato dalla Rai. Dopo alcune apparizioni sul programma televisivo Che tempo che fa, Biagi ritornò a condurre un suo programma solamente nell’aprile 2007, con RT Rotocalco Televisivo.
Morì pochi mesi dopo, il 6 novembre 2007, all’età di 87 anni, a causa di un edema polmonare acuto.
Qui sotto: la prima intervista di Enzo Biagi a Silvio Berlusconi, il 4 febbraio del 1986