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È morta a 108 anni la partigiana Emma Fighetti, soprannominata “la sarta della Resistenza”

Immagine di copertina
Emma Fighetti

Emma Fighetti è morta

È morta all’età di 108 anni la partigiana milanese Emma Fighetti, figura simbolo della Resistenza italiana. Era stata soprannominata “la sarta della Resistenza” per avere trasformato il suo laboratorio tessile in un quartier generale antifascista e antinazista.

A riferirlo è il presidente dell’Anpi provinciale di Milano, Roberto Cenati, che scrive nella giornata di giovedì 6 giugno:

“Abbiamo appreso, con profondo dolore, della scomparsa della partigiana Emma Fighetti, che ci ha lasciato all’età di 108 anni. Durante il fascismo Emma trasformò il suo laboratorio di sartoria in un’eccellente copertura per le attività di sostegno ai partigiani. La ricorderemo sempre con affetto”

Nel 2016, in occasione del 70esimo anniversario della Liberazione, il ministero della Difesa conferì a Emma Fighetti la medaglia e il diploma di partigiana.

Emma Fighetti morta | Storia

“Preparavo la colla con acqua e farina- raccontava Emma- e la distribuivo ai ragazzini che dovevano affiggere sui muri i volantini contro i fascisti. In tanti sono sfuggiti alla cattura passando attraverso il solaio di casa mia. Erano giovani che non volevano essere reclutati nell’esercito o partigiani braccati”.

“Ero una sovversiva… Un paio di volte ho rischiato di essere arrestata e allora sì ho avuto un po’, solo un po’, di paura”.

Sposata a un operaio con cui si era trasferita da Milano a Baggio, Emma Fighetti aveva cominciato a lavorare in una fabbrica di vernici il cui proprietario era dovuto fuggire perché ebreo. Le leggi razziali imposte da Mussolini nel 1938 furono il grande nemico di Emma Fighetti che, a partire dall’8 settembre, si impegnò nella lotta antifascista.

Oltre a offrire rifugio ai partigiani, Emma Fighetti nascondeva materiale di contro-propaganda, volantini e cuciva fazzoletti e bandiere rosse. Creò un legame profondo con le donne di Baggio, coraggiose e semplici e come lo era lei.

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