Ecco l’emendamento per il taglio dei fondi dell’editoria: il M5s sferra l’attacco ai giornali
L’emendamento per il taglio dei fondi dell’editoria alla fine è arrivato. Il testo è stato presentato in commissione Bilancio del Senato dal Movimento 5 stelle e propone di ridurre i fondi destinati all’editoria a partire dal prossimo anno, “fino alla loro abolizione”.
“Per l’annualita 2019 l’importo complessivamente erogabile a ciascuna impresa editoriale sara ridotto del 20% della differenza tra l’importo spettante e 500 mila euro”, si legge nella proposta firmata dal capogruppo M5s Stefano Patuanelli.
Per il 2020 “l’importo complessivamente erogabile a ciascuna impresa editoriale sara ridotto del 50% della differenza tra l’importo spettante e 500 mila euro” e per il 2021 del 75% della differenza tra l’importo spettante e 500 mila euro.
“Al fine di perseguire obiettivi di valorizzazione e diffusione della cultura e del pluralismo dell’informazione, dell’innovazione tecnologica e digitale e della liberta di stampa, con uno o piu decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri” si scrive nella proposta di modifica “sono individuate le modalita per il sostegno e la valorizzazione di progetti, da parte di soggetti sia pubblici che privati, finalizzati a diffondere la cultura della libera informazione plurale, della comunicazione partecipata e dal basso, dell’innovazione digitale e sociale, dell’uso dei media, nonche progetti volti a sostenere il settore della distribuzione editoriale anche avviando processi di innovazione digitale”.
Taglio ai fondi dell’editoria | La rabbia dei giornalisti
Inevitabile la reazione, furente, delle associazioni di categoria. “L’unico effetto di questa misura, se dovesse malauguratamente essere approvata, sarà quello di svuotare le edicole di giornali e di allargare l’esercito dei giornalisti precari”. A rischio sono diverse testate, tra cui Il Manifesto, Avvenire e l’emittente Radio Radicale.
Un risultato, scrivono la Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Ordine dei giornalisti, “che conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la volontà del Movimento 5 stelle di eliminare qualsiasi voce critica e di instaurare una forma di dittatura del pensiero unico attraverso le piattaforme digitali”.
Le due associazioni di categoria si schierano “al fianco dei giornalisti di tante realtà editoriali” che, con questo emendamento, “vedono i loro posti di lavoro messi a serio rischio dall’emendamento alla legge di Bilancio presentato al Senato e che ha come primo firmatario il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Stefano Patuanelli”.
Tale emendamento, rilevano Fnsi e Ordine dei giornalisti, va nella direzione “auspicata dal ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, e dal sottosegretario con delega all’Editoria, Vito Crimi”: quella, cioè, di “soffocare il pluralismo dell’informazione e di colpire il diritto dei cittadini ad essere informati con il taglio del fondo per l’editoria”.
“Non potendo adottare provvedimenti punitivi contro i grandi giornali” attaccano Fnsi e Ordine dei giornalisti “il Movimento 5 Stelle avvia un regolamento dei conti con la categoria dei giornalisti, di cui mal sopporta libertà e autonomia, accanendosi contro i piu’ piccoli, realtà che rappresentano il giornalismo di opinione o sono la voce di piccole comunità territoriali o di minoranze linguistiche”.
Secondo Fnsi e Cnog, inoltre è “patetico” il “tentativo di dare all’emendamento una parvenza di intervento diretto a sostenere le edicole”. La Federazione nazionale della Stampa e l’Ordine, dunque, ribadiscono che “sosterranno tutte le iniziative a sostegno dei giornalisti e delle testate a rischio di chiusura e auspicano che in Parlamento prevalgano buon senso e rispetto della Costituzione necessari a far sì che questo emendamento socialmente devastante venga respinto”.