“I fascisti sono tornati per colpa di chi ha governato in questi anni”: TPI intervista Elly Schlein (Possibile)
L'eurodeputata parla a due mesi dalle elezioni europee: "Né con Salvini né con questa Ue: in Europa serve un terzo spazio"
TPI ha intervistato Elly Schlein, eurodeputata di Possibile.
Dipenderà da noi. Perché c’è una internazionale dei nazionalisti (un paradosso storico), guidata da Orbàn, da Salvini, da Le Pen, da Farage, da Trump dall’altra parte dell’oceano, con enormi contraddizioni: portata agli estremi, quella retorica li mette immediatamente gli uni contro gli altri dalle parti opposte dei muri che vogliono costruire.
Dalla nostra parte, però, stiamo lasciando l’internazionalismo ai nazionalisti. In questi anni in Europa abbiamo visto la totale incapacità di questo establishment europeo (quello al governo in Europa e in Italia) di dare le risposte che servono alle preoccupazioni sempre già forti di gran parte della società, di fasce sempre più estese delle nostre società.
Io credo che bisogna costruire un’alternativa nel terzo spazio: terzo spazio vuol dire alternativi tanto a quelle politiche economiche e sociali che hanno devastato le nostre società e hanno aumentato le diseguaglianze anziché ridurle quanto a questo rigurgito nazionalista e fascista in tanti Paesi dell’Unione.
Perché il punto è tutto lì: non illudiamoci che a un certo punto ci siamo svegliati ed erano tornati i nazionalisti e i fascisti. Tutto questo è anche il frutto delle scelte politiche folli dal punto di vista sociale economico e anche migratorio, in tutti questi anni. Poi c’è anche chi ha governato rincorrendo la destra su questi temi nell’illusione di poter guadagnare terreno sul loro campo e con l’unico esito (un po’ in tutta Europa, perché è successo in Svezia, è successo in Austria, è successo in Francia e chiaramente anche in Italia) di rafforzare la destra.
Prima cosa da fare, un’operazione verità: non c’è nessuna invasione in atto, nell’anno di maggior numero di richieste d’asilo in Europa sono state 1,3 milioni (che sono tante, certo, è un’umanità sofferente) ma siamo un continente di 500 milioni di abitanti quindi stiamo parlando dello 0,25 per cento della popolazione europea. Nulla che 28 governi insieme non possano gestire con soluzioni condivise come quelle che abbiamo votato nel parlamento Europeo, in particolare sulla riforma di Dublino di cui mi sono occupata personalmente: quella riforma chiede chiaramente a tutti i governi europei di fare la propria parte sull’accoglienza.
Io credo che oggi serva (e dipenderà da noi) costruire un’alternativa solida tanto ai liberisti quanto ai nazionalisti. Credo che in questo terzo spazio già ci siano moltissime persone, moltissime realtà in movimento.
La politica dovrebbe cercare di fare da hub con un nuovo modello organizzativo per valorizzare queste esperienze che si stanno già muovendo nella società. Se guardiamo i contributi che stanno arrivando in questi mesi, parlo delle giuste proposte di Diem25 e della Primavera Europea per avere dei partiti più europei e più transnazionali, parlo delle proposte dei Verdi europei sulla transazione ecologica, delle proposte sull’uguaglianza sostenibile di Barca e Giovannini e molti altri, parlo delle istanze portate nelle piazze in tutta Europa dai movimenti femministi, dai movimenti per la giustizia ambientale, delle elaborazioni dei federalisti.
Tra tutti questi contributi io intravedo già una visione comune del futuro delle nostre società su cui costruire finalmente un progetto comune superando anche i personalismi e la classica frammentazione che secondo me in questa situazione talmente grave per l’Europa e per l’Italia, diciamo che le antipatie e le simpatie personali non devono trovare spazio.
Dipende se riusciamo a mettere in campo un progetto di questo tipo evitando frammentazioni ma soprattutto fornendo un orizzonte di un futuro condiviso.
Ipocrita.
Un po’ bipolare: deve decidere che governo è. Quale dei due.
Molto confuso, mi pare.