Ecco perché si potrebbe tornare al voto a febbraio
Con la bocciatura da parte della Commissione europea sempre più probabile e il rischio di una crisi di liquidità il ritorno al voto potrebbe essere la strategia migliore, soprattutto per la Lega
Lo spread e la bocciatura del testo della manovra da parte della Commissione europea continuano a minacciare l’economia italiana, come sottolineato dallo stesso Mario Draghi, e accentuano il divario tra il governo italiano e le istituzioni europee.
Il governatore della Banca centrale europea ha ammonito l’Italia sugli effetti dello spread e lo stesso ministro dell’Economia in precedenza ha ammesso che “uno differenziale alto pone un problema per il sistema bancario, per la sua parte più debole”.
Ma se i mercati preoccupano Draghi, Tria e l’Unione europea, la situazione attuale potrebbe risultare decisamente più vantaggiosa per Lega e M5S.
I due partiti al governo potrebbero puntare a elezioni anticipate e capitalizzare il consenso che sono riusciti a guadagnare negli ultimi mesi, prima che una nuova crisi economica influisca negativamente sulla loro popolarità.
Tra i corridoi di Palazzo Chigi si vocifera di un ritorno alle urne per febbraio, così da evitare l’umiliazione di un commissariamento e sfruttare il clima di tensione per portare avanti una campagna elettorale incentrata sulla contrapposizione tra Italia e Ue.
L’Unione sarebbe dipinta come la causa di tutti i mali, mentre il bilancio del paese sarebbe congelato in esercizio provvisorio, dando respiro ai partiti al governo.
L’attuale situazione infatti sta inasprendo giorno dopo giorno i rapporti tra i cittadini e l’Ue: i primi sono più interessati allo Stato sociale, ad un governo che investa per garantire loro lavoro, pensioni e assistenza; l’Unione (e i mercati) guardano invece alla stabilità economica dell’Italia in particolare e della zona euro in generale.
Movimento 5 Stelle e Lega hanno quindi tutto il materiale necessario per costruire la giusta narrazione per una nuova fase di una campagna elettorale che non ha mai visto una reale interruzione.
Il ritorno alle urne potrebbe favorire principalmente il partito di Salvini. Se il vicepremier riuscisse a ricompattare il fronte del centrodestra, infatti, potrebbe contare sul 40-43 per cento delle preferenze, potendo quindi andare al governo senza bisogno di allearsi nuovamente con il Movimento.
I 5 stelle, invece, stando agli ultimi sondaggi potrebbero contare su un 30 per cento dei voti, un risultato alto ma non sufficiente a raggiungere la maggioranza necessaria per governare da soli.
In ogni caso, il ritorno al voto a febbraio sembra uno scenario migliore rispetto all’idea di affrontare un commissariamento e una crisi di liquidità.