Fattori (M5S) a TPI: “Vaccini, stamina e sperimentazione animale: l’avversione per la scienza in parlamento mi ricorda molto la caccia alle streghe”
Esce oggi il libro della ricercatrice e senatrice dissidente M5S, intitolato "Il Medioevo in Parlamento". TPI l'ha intervistata
Elena Fattori, dissidente del Movimento Cinque Stelle, è ancora in attesa della decisione del Collegio dei probiviri che potrebbe comunicarle l’espulsione dopo il “no” al decreto sicurezza di Salvini.
“I probiviri dovrebbero farti sapere entro 90 giorni l’esito del procedimento. Non avendo ricevuto niente lo considero prescritto”, dichiara la senatrice a TPI, che l’ha contattata telefonicamente a ridosso dell’uscita del suo libro Il Medioevo in Parlamento. Vaccini, Stamina, Sperimentazione animale. Perché la politica sta boicottando la scienza (Rizzoli).
Fattori ha fatto sapere che mercoledì, in occasione del voto sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini sul caso Diciotti, voterà a favore nonostante il voto degli iscritti su Rousseau si sia espresso in senso contrario. Ma prima di una scelta definitiva, dice la senatrice a TPI, “voglio sentire il dibattito parlamentare”.
Perché l’avversione per la scienza che il parlamento ha avuto in questi anni mi ricorda molto la caccia alle streghe. Mi sembrava un paragone calzante.
Per me è stato illuminante il caso Stamina. Sono arrivata in parlamento nel 2013, quindi la prima questione su cui ci è capitato di lavorare è stato proprio il decreto Balduzzi (la riforma della Sanità approvata durante il governo Monti, ndr). Lì mi sono resa conto che la scienza e la logica hanno poco spazio in parlamento, dove vigono altre regole, altre modalità di pensiero.
No, infatti. Certo, il Movimento Cinque Stelle è stato quello che più radicalmente ha assorbito questo tipo di idee, ma non sono estranee a nessuno.
Succede spessissimo che gli stakeholders ti chiamino per perorare un emendamento. Però quello mi colpì particolarmente perché era in Commissione speciale, eravamo opposizione, quindi fu curioso che si rivolgesse a noi l’avvocato della piccola Sofia.
Quando poi Conte è stato nominato Presidente del Consiglio ci ho messo un po’ a capire che era lui. Non mi ricordavo il nome. Ma ho recuperato la vecchia mail con la descrizione della telefonata e ho fatto due più due.
Sì, quando qualcuno perora un emendamento ti mette sempre davanti a cosa significherebbe non approvarlo. Non è la prima volta. Chiunque supporti un emendamento cerca di tirare l’acqua al suo mulino. Non è una cosa originale.
Il tema era particolare, scottante.
Sì, questo è importante. Come si dice, il direttore d’orchestra gira le spalle al pubblico a volte. Le richieste che arrivano dalla gente sono sempre di benessere, felicità, però non bisogna promettere qualcosa che non è realistico.
Non tutto quello che chiede la gente può essere esaudito, questo lo dico nel libro, non è il paese dei balocchi. Chi poi ha la responsabilità di legiferare deve comunicare anche cosa è possibile e cosa no. In questi casi particolari, di deliri collettivi, di pseudo-medicine bisogna essere chiari: dove c’è la possibilità di intervenire lo si fa, ma volte è anche pericoloso proprio per la salute pubblica – vedi movimenti No Vax – quindi bisogna saper dire di no.
Bisogna combattere le fake news. Dopo un anno posso dire che tutta l’ansia e la preoccupazione delle persone viene dall’invasione del web di notizie non fondate e ragionamenti pseudo-scientifici. Dopodiché bisogna trovare i modi per garantire l’assenza di conflitti d’interessi tra chi si occupa di salute pubblica e una giusta informazione. In una situazione del genere, imporre vaccinazioni obbligatorie con sanzioni estreme non credo sia sufficiente.
Bisognerebbe ascoltare le ragioni della medicina, non si può sempre giocare sul consenso sulla salute pubblica. Una soluzione che abbiamo pensato con alcuni ricercatori è questo patto trasversale per la scienza, che dovrebbe includere politici, ricercatori e comunicatori. Per fare in modo che le questioni mediche non siano usate per contrapposizioni politiche. Deve diventare una specie di codice deontologico del politico.
Il Movimento è un insieme eterogeneo di persone, quindi dipende con chi si parla. La linea ufficiale mi sembra molto ragionevole. Rimane, non solo nel Movimento ma in molti gruppi politici (soprattutto la Lega adesso), la tentazione di dare spazio a queste credenze, perché poi costituiscono altrettanti pacchetti di voti. Per un po’ bisognerebbe avere la coscienza di non pensare ai pacchetti di voti ma alla salute pubblica.
Dopo il caso Stamina e quello sulla sperimentazione animale non lasciai solo la commissione Sanità, ma rifiutai di occuparmi di temi del genere. Poi sui vaccini invece mi fu chiesto di occuparmene proprio dalla comunicazione e dallo staff. Ma è stato un errore tirarmi indietro, è troppo semplice scappare. Sì, tornando indietro mi comporterei diversamente sulle questioni scientifiche passate.
Non tutti. Alcuni li ho preparati da sola, altri con delle associazioni. Ho anche un ordine del giorno a cui tengo particolarmente, che chiede di implementare un algoritmo per correlare le reazioni avverse coi vaccini. Molto spesso le reazioni avverse ai vaccini sono solo cose che accadono correlate nel tempo, sono scritte sui bugiardini perché la casa farmaceutica si vuole tutelare, ma c’è scritto ad esempio anche annegamento, incidente stradale. Sarebbe il caso di migliorare la comunicazione, implementando un algoritmo che già esiste negli Stati Uniti, portarlo in Italia e spiegare quali sono le vere reazioni avverse ai vaccini, che non sono quelle sbandierate dai No Vax. Sicuramente non c’è l’autismo tra queste.
Penso di sì, però prima voglio sentire il dibattito parlamentare. Ho approfondito relativamente, ho letto le relazioni, ma voglio sentire il dibattito, mi sembra giusto prendere una decisione finale solo dopo averlo fatto.
Non ho mai avuto nessuna comunicazione ufficiale, per qualche strano motivo. I probiviri dovrebbero farti sapere entro 90 giorni l’esito del procedimento. Non avendo ricevuto niente lo considero prescritto.