C’è una trans che vuole candidarsi con Salvini: “Matteo mi ha sedotta”
Sta per prendere il “diploma” alla Scuola di Formazione politica della Lega. “Una gioia” e “una bella coincidenza che avvenga proprio ora che si è riacceso il dibattito sulla regolamentazione della prostituzione, con la riapertura delle case chiuse“.
Efe Bal, trans di origine turca, ha confessato all’Adnkronos il suo sogno: “Essere candidata per la Lega”, per “Matteo Salvini”.
Lei, che si prostituisce “per scelta”, ha una speranza: “Che a consegnarmi il diploma sia Salvini in persona”.
Il motivo? “Sono leghista da anni e lo stimo da sempre, lui è la persona giusta per arrivare a regolarizzare, a rendere sicura la prostituzione, ha la forza e il consenso che servono”.
La sua speranza: avere un “ruolo istituzionale” per “affrontare il tema della prostituzione, vista la mia esperienza in Italia e all’estero, la mia conoscenza di questo settore difficile e complesso”.
Ma qual è, sul tema, la “linea” di Efe Bal? Sulle case chiuse è convinta che “non basterebbe riaprirle”. E porta una fotografia: in italia ci sono circa – spiega 60mila prostitute “a tempo pieno” cui si aggiungono “quelle occasionali”. I clienti: “Nove milioni”.
Il punto centrale: “La legge Merlin va abolita, bisogna legalizzare la prostituzione, tutelare prostitute e clienti, regolarizzare i controlli sanitari”.
Ed eccoci al suo cavallo di battaglia: la questione fiscale: “Io le tasse le pago e ci sono governi, come quello tedesco, che ricavano forti introiti fiscali, proprio la Germania incassa sei miliari di euro. L’Italia ha bisogno di soldi e dalla prostituzione potrebbe arrivare un introito fiscale di tutto rispetto”.
Ma il vero sogno del cassetto di Efe Bal è essere candidata con la Lega: “Alle manifestazioni del Carroccio sono sempre stata rispettata, nessuno ha mai cercato di umiliari o mi ha guardata male”.
E poi c’è quel debole per Salvini: “Mi piace come leader e anche come uomo (…). Ha la pancetta, la barba, mi sembra un classico uomo turco e io sono turca, evidentemente sento un richiamo ancestrale”.