Il parroco amico del ministro Fontana: “In questa chiesa solo uomini, la messa in latino non è per tutti”
Un'inchiesta de l'Espresso rivela le idee del fidatissimo parroco del ministro Fontana su donne, riproduzione, omosessualità e aborto
Vilmar Pavesi è padre spirituale di Lorenzo Fontana già a Verona, fidatissimo parroco della Lega, fin dai tempi del Carroccio.
Oggi officia nella chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini a Roma, dove ogni mattina, il ministro della Famiglia Fontana si reca per partecipare all’antica messa in latino.
Come rivelato da un’inchiesta esclusiva del settimanale l’Espresso, Vilmar Paveri ha idee ben precise su omosessualità, politica, famiglia, donne, riproduzione, aborto.
Tra le esternazioni raccolte dalla giornalista dell’Espresso, emergono le opinioni nei confronti dei gay: “Sono istigati dal diavolo, dietro ogni peccato di sensualità e lussuria c’è la mano del maligno”.
Ma non mancano anche le dichiarazioni sulle donne e sulla loro capacità di concentrarsi: “In questa chiesa vengono solo uomini, perché le ragazze e le donne si sono molto adeguate a questo mondo e non vogliono andare controcorrente. E poi ci vuole uno sforzo mentale per seguire una messa in latino. I ragazzi con i libri in mano si trovano più a loro agio”.
La giornalista incalza Vilmar Pavesi anche sull’aborto, quando gli chiede “vieterebbe anche questo?”, il parroco risponde: “Se io la ammazzo, vado in galera. Se io faccio un torto a una persona, ho fatto un reato che è passibile di una condanna. Com’è possibile invece che l’uccisione di un bambino sia addirittura incoraggiata dallo Stato e finanziata? Dov’è il futuro?”
E ancora: “È un crimine. Una società che uccide i propri figli, lo fa per un capriccio. Cosa era un principe? Era un padre di tutti i padri. È ereditario, perché quella era la famiglia e questo dà un grande senso di stabilità. L’aborto va a distruggere l’idea di civiltà. È un capriccio. Non esiste famiglia senza rinuncia”.
Il rapporto con Lorenzo Fontana è attivo e collaborativo: “Conosco Lorenzo dal 2005, quando non era ancora in politica e lavorava alla fiera di Verona. Veniva tutti i giorni alla messa. Parliamo di politica, ma Lorenzo fa parte di un governo che può non accettare le nostre idee, anche se in questo momento passano. C’è stata sempre collaborazione tra l’autorità religiosa e l’autorità civile”.
“In questa democrazia Lorenzo rappresenta una corrente che la pensa come lui. Con lui può avere un suo spazio. Noi siamo a un punto che dire la verità è un reato. Ma lui non ha mai detto nulla di male”.