Caso Diciotti, la procura di Catania chiede l’archiviazione per Conte, Di Maio e Toninelli
La Procura di Catania ha iscritto i loro nomi nel registro degli indagati come "atto dovuto". Ora invierà gli atti al tribunale dei ministri
La procura di Catania ha richiesto l’archiviazione sul caso Diciotti per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per il vicepremier Luigi Di Maio e per il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli.
Domenica 17 febbraio era giunta la notizia che per il caso Diciotti erano indagati anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il suo vice Luigi Di Maio e il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, accusati di sequestro di persona in concorso con Matteo Salvini.
I tre rappresentanti del governo si erano autodenunciati, depositando al Senato delle memorie in cui dicevano di aver condiviso con il ministro dell’Interno la scelta di impedire per cinque giorni lo sbarco ai 177 migranti a bordo della nave Diciotti, ormeggiata nel porto siciliano.
La Procura di Catania ha ricevuto le memorie e ha quindi dovuto iscrivere i loro nomi nel registro degli indagati come “atto dovuto”. Entro due settimane (il termine previsto dalla legge) trasmetterà i documenti al Tribunale dei ministri con le proprie richieste, avvisando i diretti interessati.
Per il segretario della Lega il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro aveva chiesto l’archiviazione: una valutazione non condivisa dal Tribunale dei ministri.
“È molto probabile che il procuratore Carmelo Zuccaro proporrà di archiviare l’accusa, avendo fatto lo stesso per Salvini”, sostiene il Corriere della Sera. Ma la decisione non è scontata.
Il Tribunale dei ministri ha 90 giorni di tempo per svolgere eventuali indagini e decidere se archiviare o chiedere l’autorizzazione a procedere anche per i tre nuovi indagati.
L’indagine a carico degli altri esponenti del governo, comunque, non ferma la procedura avviata per Salvini, su cui dovrà esprimersi la giunta per le Autorizzazioni del Senato.
Per la sorte del ministro dell’Interno è decisiva la posizione del Movimento Cinque Stelle, che ha deciso di rimettere la questione agli iscritti. Domani, lunedì 18 febbraio questi voteranno sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini.