Lavoro nero, Di Maio nella bufera per suo padre: cosa sappiamo dopo la denuncia delle Iene
Fa discutere il servizio delle Iene andato in onda il 25 novembre 2018 e che vede come protagonisti il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, e un lavoratore nonché concittadino di Pomigliano D’Arco, Salvatore Pizzo.
Nel video, Pizzo se la prende con l’ex vicepresidente della Camera per uno dei suoi cavalli di battaglia anche durante la campagna elettorale: onestà e, dunque, lotta al lavoro nero.
L’uomo, a tal proposito, sostiene di aver lavorato per diverso tempo nella ditta di famiglia senza essere contrattualizzato.
La vicenda raccontata dalle “Iene”
Dal 2009 al 2010 Sasà – appunto Salvatore Pizzo – racconta di aver lavorato nell’azienda edile che da 30 anni è gestita da Antonio Di Maio, padre del vicepremier. La società è stata in un primo momento intestata alla madre, Paola Esposito, e successivamente è confluita nell’Ardima srl, di proprietà – dal 2012 – del ministro Di Maio e della sorella Rosalba al 50%.
Pizzo, secondo la sua ricostruzione, avrebbe lavorato per un anno in nero – nonostante le ripetute richieste di regolarizzazione della sua posizione – e sarebbe stato pagato in contanti. Come lui, altre due-tre persone, ossia quasi la metà della ditta.
La svolta dopo l’infortunio
Antonio Di Maio avrebbe chiesto a Pizzo di non dire in ospedale come si fosse procurato l’infortunio (sul posto di lavoro). Ma l’uomo, invece, avrebbe riferito tutto ai medici. E dopo la guarigione viene licenziato.
A quel punto Pizzo si rivolge al sindacato – la Cgil – e Antonio Di Maio gli fa un contratto di sei mesi. Ma, dopo poco, lo licenzia nuovamente. Pizzo, invece di fargli causa, accetta i 500 euro che il padre del ministro gli avrebbe dato per tacere.
La reazione del vicepremier Di Maio
Se quanto raccontato da Pizzo fosse vero, “sarebbe una cosa grave” commenta il ministro del Lavoro. Di Maio, però, precisa che il fatto non possa essere accaduto dopo il 2012, cioè da quando lui è entrato nella proprietà dell’azienda.
Per il periodo messo in discussione dall’uomo, il vicepremier prende le distanze affermando: “Io e mio padre per anni non ci siamo neanche parlati. Non c’è stato un bel rapporto per molto tempo, è migliorato negli ultimi anni”.
Il ministro, comunque, dopo la trasmissione – in un post su Facebook – ammette l’errore del padre e garantisce tutte le verifiche necessarie al caso.
Lavoro nero nell’azienda del padre di Di Maio: altri casi
Ci sarebbero “almeno” altri tre dipendenti in nero nell’azienda di Antonio Di Maio, padre del ministro del Lavoro. È quanto racconta la nuova puntata delle Iene, in onda martedì 27 novembre 2018 nella quale gli inviati smentirebbero la versione del ministro, per il quale “si tratta di un caso isolato”.
Oltre all’ormai famoso operaio di Pomigliano ci sarebbero quindi altri tre lavoratori senza contratto nell’azienda di famiglia.
Luigi Di Maio contro il padre: “Mi hai mentito”
Il caso del padre di Luigi Di Maio, finito nella bufera dopo il servizio delle Iene sui lavoratori in nero, si sta ingigantendo.
Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, all’interno del Movimento 5 stelle si inizia a tremare. “Tocca a Luigi, siamo fregati”, si dice ai vertici. Nello stesso articolo si racconta di una furiosa litigata tra il vicepremier e il padre Antonio: “Mi hai mentito. Mi avevi detto che era un caso isolato e invece sono quattro in nero. Mi hai fatto fare questa figura davanti a tutti. E ora come faccio?”, si chiede preoccupato il leader del partito che ha fatto dell’onestà il suo cavallo di battaglia.
Molte cose non tornano nelle ricostruzioni del caso che si sono susseguite dopo il servizio delle Iene. Che ruolo ha Di Maio figlio nella vicenda? Ha commesso errori anche lui? Si chiedono all’interno del M5s.
Luigi Di Maio non è del tutto estraneo alle vicende della società del padre, la Ardima Srl., dal momento che ne è socio, avendone ereditata una parte nel 2012. Oggi il ministro del lavoro è titolare del 50 per cento delle quote, insieme alla sorella Rosalba. È il terzo fratello a gestire l’azienda.
“Molti di noi hanno mollato società e lavori per evitare conflitti d’interesse. Lui non ci lavorava, d’accordo, ma forse avrebbe fatto meglio a sbarazzarsene per tempo”, ha riferito un parlamentare al Corriere della sera.
Di Maio si trova in una posizione “pericolosa” dal momento che dal suo ministero dipende l’Ispettorato del lavoro, che potrebbe potenzialmente intervenire sull’azienda di cui lui stesso è proprietario.
Renzi e Boschi contro Di Maio: “Ora sai cosa si prova”
L’inchiesta delle Iene sul padre Di Maio apre, nuovamente, lo scontro politico tra Pd e Movimento 5 stelle. Stavolta, però, le parti sono invertite. Nel ciclone ci sono il vicepremier e suo padre. A picchiare duro, nel ruolo di “figli che hanno sofferto”, Matteo Renzi e Maria Elena Boschi.
“Quando ho visto il servizio delle Iene sulla famiglia Di Maio mi sono imposto di non dire nulla. Di fare il signore, come sempre” ha scritto su Facebook Matteo Renzi. “Del resto non m’interessa sapere se il padre di Di Maio abbia dato lavoro in nero, evaso le tasse, condonato gli abusi edilizi”.
Maria Elena Boschi, in un video su Twitter, invece ha confessato di voler “guardare in faccia il signor Antonio Di Maio, padre di Luigi Di Maio, ministro del lavoro nero e della disoccupazione di questo paese”.
Cosa direbbe Maria Elena Boschi al papà di Luigi Di Maio? “Le auguro di non vivere mai quello che suo figlio e gli amici di suo figlio hanno fatto vivere a mio padre e alla mia famiglia”.