Di Maio cambia idea su Mattarella: da traditore della Costituzione che meritava l’impeachment ad angelo custode del governo
Sono passati appena 7 mesi da quando Luigi Di Maio chiese l’impeachment di Sergio Mattarella. Oggi il leader del M5s, che nel frattempo è diventato vicepremier, ha definito il capo dello stato “angelo custode del governo”.
A maggio 2018 Mattarella fu oggetto di pesanti attacchi – e minacce di morte – dagli schieramenti politici e dal web, per il suo veto alla nomina di Paolo Savona al ministero dell’Economia.
Pochi mesi dopo Di Maio ammise che chiedere l’impeachment di Mattarella fu un errore. “Il presidente Mattarella è stato fondamentale, l’angelo custode di questo governo, non politicamente ma nel senso di garante della Costituzione. Ha seguito con attenzione tutto l’iter della legge di Bilancio”, ha detto Di Maio ad Agorà, su Rai 3.
Nella stessa intervista, Luigi Di Maio ha ribadito che il reddito di cittadinanza partirà a marzo: “Io il primo aprile non partirò mai perché è pesce d’aprile”, ha detto il vicepremier, andando contro le parole del ministro Tria che aveva dato il 1 aprile come data di avvio della misura.
Di Maio e l’impeachment a Mattarella
Il 27 maggio il premier incaricato Giuseppe Conte Conte ha rimesso il mandato dopo l’incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (qui il video del discorso con cui il capo di stato ha fatto saltare il “governo del cambiamento”).
In seguito a questa scelta, con cui si riapre una crisi istituzionale senza precedenti, Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno attaccato duramente il Quirinale.
Il leader del M5S ha attaccato duramente il Colle, sostenendo che è inutile a questo punto che in Italia si voti visto che a decidere sono “le agenzie di rating”.
Il M5S, insieme a Fratelli d’Italia, aveva parlato di impeachment nei confronti del presidente della Repubblica dopo aver fatto saltare il banco per la formazione del nuovo governo, detto del cambiamento.
In un comizio pubblico a Fiumicino, Di Maio e Di Battista hanno accusato Mattarella di aver tradito la Costituzione.
A partire da quella sera sono cominciati a spuntare in rete, in particolare sui social network, messaggi contenenti pesanti insulti e perfino minacce di morte nei confronti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il messaggio più gettonato è “Mattarella muori”, a cui in molti mettono “like”, commentando con frasi del tipo “magari subito” o “oggi stesso”.
Altri tirano in ballo anche l’omicidio del fratello del Capo dello stato, Piersanti Mattarella, avvenuto per mano della mafia il 6 gennaio del 1980.
Un altro utente scrive: “Dovremmo fargli fare la fine del pezzo di merda del fratello”, mentre Eliodora Zanrosso commenta”Ti hanno ammazzato il fratello cazzo… Non ti basta?”.