Gaffe di Di Maio: convoca il sindaco di Genova sbagliato
L'errore è stato fatto nel documento di convocazione di un tavolo con i rappresentanti dello stabilimento ligure dell'Ilva
Brutto errore del ministero dello Sviluppo economico presieduto da Luigi di Maio. All’incontro tra i gestori dello stabilimento di Genova dell’Ilva e i rappresentanti locali è stato convocato il sindaco sbagliato: Marco Doria, sindaco fino al 2017, anziché Marco Bucci, attuale primo cittadino.
Il vertice, previsto giovedì 27 settembre a Roma, è un confronto tra aziende e sindacati per il rinnovo degli ammortizzatori sociali e dei lavori di pubblica utilità per i cassintegrati dello stabilimento ligure.
Tra gli invitati al tavolo del Mise ci sono il presidente della Liguria Giovanni Toti, i rappresentanti sindacali e del ministero del Lavoro.
Nel documento ufficiale con cui è stata convocata la riunione però in rappresentanza del comune di Genova viene indicato l’ex Doria, al quale Bucci è subentrato nella primavera del 2017.
Quando negli uffici comunali è arrivata la comunicazione, i funzionari hanno dovuto correggere il Ministero, precisando che l’attuale sindaco è Marco Bucci.
L’errore del Mise non è sfuggito agli utenti dei social network, che hanno collegato quest’episodio a un altro analogo successo ad agosto: è la seconda volta in pochi mesi infatti che Bucci si trova costretto a ricordare che è lui il primo cittadino.
Nei giorni successivi al crollo del ponte Morandi una giornalista televisiva, durante una diretta, stava raccogliendo le voci dei cittadini in piazza De Ferrari e non ha riconosciuto Bucci, chiedendogli se fosse “genovese”. La risposta seccata am pacata del sindaco aveva scatenato anche in quel caso l’ironia social.
Marco Bucci è nato a Genova nel 1959. È diventato sindaco nel giugno del 2017 come esponente civico di una coalizione di centrodestra, sconfiggendo al ballottaggio l’ex assessore Gianni Crivello.
Nel suo programma elettorale c’era il sostegno alle attività tecnologiche e le startup cittadine, e la lotta alla microcriminalità attraverso l’istituzione dei vigili di quartiere.