Di Maio: “Asili nido gratis per le famiglie italiane”
Lo ha detto il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, rispondendo al Senato al question time. La proposta era inserita nel contratto di governo
“Vogliamo investire sulle famiglie italiane, in particolare stiamo valutando la possibilità di introdurre una misura forte di copertura totale del costo per gli asili nido in modo da poter favorire la conciliazione famiglia-lavoro”, ha detto il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, rispondendo al Senato al question time.
Il ministro ha spiegato che, “in vista della prossima legge di Bilancio”, il governo sta “valutando un quadro di interventi per dare risposte efficaci e durature”.
“Stiamo valutando una razionalizzazione e una stabilizzazione di misure di sostegno finanziario alla natalità attualmente previste”, ha sottolineato.
Alla copertura degli oneri, ha aggiunto, “si potrà provvedere anche con risorse comunitarie del fondo sociale europeo oltre che con riorganizzazione di diversi contributi attualmente frammentati”.
La proposta di rendere gratuiti gli asili nido era stata inserita nel contratto di governo redatto dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega.
A pagina 33 della versione definitiva del contratto, nel capitolo dedicato alle “Politiche per la famiglia”, si fa espressamente riferimento alla possibilità di erogare un “asilo nido in forma gratuita a favore delle famiglie italiane in un’ottica di sinergia tra tutte le componenti dello Stato per raggiungere gli obiettivi di sviluppo economico di qualità e per far uscire il paese dalla crisi economica”.
Si legge poi che “occorre introdurre politiche capaci per la famiglia per consentire alle donne di conciliare i tempi della famiglia con quelli del lavoro, anche attraverso servizi e sostegni reddituali adeguati”.
Ma nella bozza del contratto di governo pubblicata il 15 maggio, che è stata poi modificata, la possibilità di erogare il servizio degli asili nido gratuiti era riservata anche alle famiglie straniere “residenti in italia da almeno 5 anni”.