Di Battista chiede scusa sul Tap: “Ho illuso i cittadini, giusto mettermi al chiodo”
In campagna elettorale l'ex deputato M5S aveva promesso che il gasdotto sarebbe stato bloccato
Alessandro Di Battista chiede scusa ai cittadini del Salento perché il Movimento Cinque Stelle, una volta arrivato al governo, non ha mantenuto la promessa di bloccare il gasdotto Tap.
Durante il programma televisivo Accordi & Disaccordi, in onda su Nove, l’ex deputato M5S ha ammesso di aver sbagliato quando in campagna elettorale aveva detto che con i Cinque Stelle al governo l’opera sarebbe stata fermata nel giro di due settimane.
Il video di Di Battista che fa quella promessa è stato ripreso nelle ultime settimane da diversi media, dopo che il Governo ha detto sì al contestato gasdotto.
“Quando tutti i giornali mostravano questo video con le mie parole ho pensato che hanno fatto bene, che è giustissimo mandarlo ovunque”, riconosce l’ex parlamentare M5S, che da giugno 2018 è in viaggio in America con la sua famiglia.
“Io mi sento di chiedere scusa a tutti i cittadini del Salento, perché li ho illusi, ero io il primo a illuso che saremmo riusciti a bloccarlo. È evidente che quando ho detto quella frase alludevo a un governo del Movimento Cinque Stelle da solo e oggi il movimento non governa da solo”, sottolinea Di Battista.
“Ma è giusto mettermi al chiodo su questa roba, me lo merito tutto. Starò più attento a determinate parole oppure cercherò di fare pressioni affinché certe promesse fatte su cui abbiamo preso i voti vengano mantenute”.
Nel corso dell’intervista televisiva Di Battista è stato anche interrogato sugli insulti rivolti ai giornalisti italiani dopo l’assoluzione della sindaca di Roma Virginia Raggi nel processo per falso.
“Berlusconi e Renzi cacciavano i giornalisti dalla Rai, io sono un libero cittadino quindi esprimo il mio pensiero”, spiega l’ex deputato. “Non ho mai fatto generalizzazioni, ho detto che coloro che hanno attaccato Virginia Raggi definendola di fatto una sgualdrina peccano di prostituzione intellettuale. Non mi riferivo a tutti i giornalisti”.